Attualità
Terlizzi in lacrime per Mimmo Tempesta
I funerali dello sfortunato militare, in Cattedrale anche autorità civili e militari
Terlizzi - lunedì 4 settembre 2017
19.38
Ieri pomeriggio, in Cattedrale, Terlizzi ha dato l'estremo saluto a Domenico Tempesta, il Caporale Maggiore Scelto di soli trentacinque anni, scomparso prematuramente in un fatale incidente stradale lo scorso primo settembre in provincia di Frosinone. Le autorità civili e militari hanno onorato il giovane commilitone, mostrando tutta la loro vicinanza alla costernazione dei familiari distrutti, uniti in una sofferenza composta.
Mon. Don Felice Di Molfetta, insieme a Don Roberto de Bartolo, vicario foraneo di Terlizzi, e a Don Franco Vitagliano, parroco della Cattedrale, ha presieduto alle esequie, visibilmente commosso durante la funzione, davanti a centinaia di persone in lacrime sconsolate per la perdita di un uomo «perseverante nel bene e operante nella carità». Mimmo è salito al Regno dei Cieli lasciando la moglie Maria Teresa e i suoi due figlioletti dopo appena cinque anni di matrimonio. Una tragedia immane, specchio di una intangibile «imponderabilità della vita segnata dallo spettro della morte». La morte è un insulto alla vita stessa, non è mai stata voluta da Dio, spiega il Monsignore, eppure «Cristo comprende il dolore della fine con l'annuncio della Resurrezione». Come la Madonna piangeva il suo Gesù sotto la croce, allo stesso modo la vedova Maria Teresa si ritrova a singhiozzare sotto il crocifisso di suo marito, strappato alla vita improvvisamente e troppo presto.
Un rito funereo triste ma pieno di speranza, intervallato da lunghi canti corali e squilli di trombe. Mimmo è stato amato e rispettato. Ha prestato servizio presso la sua patria, rimanendo sempre fedele ai giusti valori della sua felice esistenza. «La sua memoria non può che essere una benedizione», afferma Don Felice, «Mimmo adesso ha un'altra cittadinanza e un'altra residenza in cui non ci saranno mai le ombre del vespro e della notte. La vita non finirà mai. Da lassù veglierà sui suoi congiunti».
La trasmigrazione di Mimmo al Santo Padre non può che trasformare il transito buio del decesso in un gaudio pasquale. «Ci auguriamo che la sua sventurata vicenda possa diventare icona di misericordia». Monsignor Felice ha portato alla famiglia le più sentite condoglianze del Vescovo Domenico Cornacchia, impossibilitato nel presenziare agli estremi onori.
Anche le istituzioni militari hanno rivolto una preghiera di saluto al loro compagno d'armi, sottolineando «l'amore per la patria e la libertà», oltre alla missione di «operare per la giustizia e la pace». In segno di profonda deferenza nei confronti di un soldato dall'animo nobile, prode e tenace, è stata intonata la melodia del melanconico e significativo "Silenzio".
Un applauso scrosciante ha accompagnato l'uscita del feretro fuori dalla Cattedrale, accolto dall'affetto di tanti terlizzesi che si sono stretti intorno alla famiglia, specialmente alla mamma e alla moglie Maria Teresa che ha lasciato la chiesa abbracciando la fotografia del suo defunto Mimmo.
Mon. Don Felice Di Molfetta, insieme a Don Roberto de Bartolo, vicario foraneo di Terlizzi, e a Don Franco Vitagliano, parroco della Cattedrale, ha presieduto alle esequie, visibilmente commosso durante la funzione, davanti a centinaia di persone in lacrime sconsolate per la perdita di un uomo «perseverante nel bene e operante nella carità». Mimmo è salito al Regno dei Cieli lasciando la moglie Maria Teresa e i suoi due figlioletti dopo appena cinque anni di matrimonio. Una tragedia immane, specchio di una intangibile «imponderabilità della vita segnata dallo spettro della morte». La morte è un insulto alla vita stessa, non è mai stata voluta da Dio, spiega il Monsignore, eppure «Cristo comprende il dolore della fine con l'annuncio della Resurrezione». Come la Madonna piangeva il suo Gesù sotto la croce, allo stesso modo la vedova Maria Teresa si ritrova a singhiozzare sotto il crocifisso di suo marito, strappato alla vita improvvisamente e troppo presto.
Un rito funereo triste ma pieno di speranza, intervallato da lunghi canti corali e squilli di trombe. Mimmo è stato amato e rispettato. Ha prestato servizio presso la sua patria, rimanendo sempre fedele ai giusti valori della sua felice esistenza. «La sua memoria non può che essere una benedizione», afferma Don Felice, «Mimmo adesso ha un'altra cittadinanza e un'altra residenza in cui non ci saranno mai le ombre del vespro e della notte. La vita non finirà mai. Da lassù veglierà sui suoi congiunti».
La trasmigrazione di Mimmo al Santo Padre non può che trasformare il transito buio del decesso in un gaudio pasquale. «Ci auguriamo che la sua sventurata vicenda possa diventare icona di misericordia». Monsignor Felice ha portato alla famiglia le più sentite condoglianze del Vescovo Domenico Cornacchia, impossibilitato nel presenziare agli estremi onori.
Anche le istituzioni militari hanno rivolto una preghiera di saluto al loro compagno d'armi, sottolineando «l'amore per la patria e la libertà», oltre alla missione di «operare per la giustizia e la pace». In segno di profonda deferenza nei confronti di un soldato dall'animo nobile, prode e tenace, è stata intonata la melodia del melanconico e significativo "Silenzio".
Un applauso scrosciante ha accompagnato l'uscita del feretro fuori dalla Cattedrale, accolto dall'affetto di tanti terlizzesi che si sono stretti intorno alla famiglia, specialmente alla mamma e alla moglie Maria Teresa che ha lasciato la chiesa abbracciando la fotografia del suo defunto Mimmo.