Attualità
La Concattedrale di Terlizzi diventa ufficialmente luogo giubilare - FOTO
La pace e il perdono al centro dell'omelia di Mons. Domenico Cornacchia
Terlizzi - mercoledì 1 gennaio 2025
14.23
Nella cinquantottesima Giornata Mondiale della Pace, celebrata dalla Chiesa cattolica il 1° gennaio dell'anno, la Concattedrale San Michele Arcangelo di Terlizzi diviene ufficialmente luogo giubilare. Per l'occasione, questa mattina, si è varcata simbolicamente la porta centrale della chiesa: il rito solenne di inaugurazione del Giubileo 2025 si è, infatti, svolto a Molfetta domenica scorsa, 29 dicembre, sul sagrato della Chiesa del Purgatorio, dove il vescovo Mons. Domenico Cornacchia ha guidato tutto il clero delle quattro città della diocesi in una breve processione sino alla Cattedrale molfettese.
«Abbiamo varcato la porta che è Cristo», ha chiosato Sua Eccellenza Cornacchia, «In quest'anno giubilare bisogna gareggiare per volersi bene. Bisogna cercare non di essere i primi, ma i secondi, nel senso che occorre dare precedenza a chi ha bisogno. Auguro a tutti di suscitare meraviglia e stupore negli occhi di coloro che ci incontreranno». L'importanza della Porta Santa risiede non solo nell'entrare, ma anche nell'uscire: è fondamentale non solo che il mondo entri in chiesa, ma anche che la Chiesa, intesa come insieme dei fedeli e dei precetti cristiani, sia esportata fuori, verso il mondo.
La funzione eucaristica dedicata alla possibilità di beneficiare dell'indulgenza plenaria è stata molto partecipata dalla collettività terlizzese. A essa, peraltro, hanno preso parte i sacerdoti di Terlizzi delle varie parrocchie, le confraternite, la comunità di Betania e l'amministrazione comunale. Le due parole che risuoneranno nel corso dei prossimi mesi saranno «pellegrini» e «speranza». Il termine "pellegrini" indica chi vaga per i campi nutrendosi di ciò che la natura offre. L'invito rivolto alla platea è quello di mettersi sulle tracce di chi non vuole farsi vedere, perché prova vergogna o umiliazione. «Non attendiamo che siano gli altri a venire, dobbiamo essere noi solleciti nello spronare».
Il fatto che Gesù sia allo stesso tempo Dio e uomo conferisce all'umanità un velo di santità, dal momento che l'essenza divina si è incarnata in un corpo mortale, elevando così l'intero genere umano. Intorno al concetto di pace ha ruotato l'intera omelia vescovile, affinché nell'Anno Santo si riviva continuamente lo scambio di pace e perdono. Quest'ultimo si riferisce a un donare gratuitamente in maniera disinteressata. «Per molti è difficile chiedere scusa. Anche la modalità del perdono assume un suo peso: difatti, c'è modo e modo di perdonare. Il perdono mai deve umiliare, ma deve sempre elevare. Deve far sentire chi ha sbagliato degno di attenzione. Chi perdona non deve calpestare, non deve far sentire l'altro una nullità, ma deve far rinascere».
Per sottolineare il ruolo dirimente della pace, Cornacchia cita sia Papa Paolo VI che all'epoca disquisiva di «dono di pace per la famiglia universale» sia Papa Francesco che di recente, nel ripercorrere la preghiera del Padre Nostro, concentra l'attenzione sulla locuzione «rimetti a noi i nostri debiti e concedici la pace».
Una riflessione significativa è stata avanzata anche sull'inesorabile scorrere del tempo. «Bisogna ringraziare il buon Dio per il dono della vita. Dico "grazie" perché il Signore ci ha concesso di vedere un anno nuovo. Purtroppo molte persone che l'anno scorso erano presenti, adesso sono ricordate nella nostra memoria». Mons. Cornacchia distingue il tempo nella sua duplice dimensione: da un lato, quella «cronologica» che bada alla durata quantitativa; dall'altro, quella «cairologica» che si proietta con uno sguardo sapienziale e di santità sul momento giusto e opportuno.
Un pensiero di affetto, infine, ha accarezzato il cardinale Angelo Amato che è scomparso ieri sera, 31 dicembre: ha rivestito la carica di prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi.
«Abbiamo varcato la porta che è Cristo», ha chiosato Sua Eccellenza Cornacchia, «In quest'anno giubilare bisogna gareggiare per volersi bene. Bisogna cercare non di essere i primi, ma i secondi, nel senso che occorre dare precedenza a chi ha bisogno. Auguro a tutti di suscitare meraviglia e stupore negli occhi di coloro che ci incontreranno». L'importanza della Porta Santa risiede non solo nell'entrare, ma anche nell'uscire: è fondamentale non solo che il mondo entri in chiesa, ma anche che la Chiesa, intesa come insieme dei fedeli e dei precetti cristiani, sia esportata fuori, verso il mondo.
La funzione eucaristica dedicata alla possibilità di beneficiare dell'indulgenza plenaria è stata molto partecipata dalla collettività terlizzese. A essa, peraltro, hanno preso parte i sacerdoti di Terlizzi delle varie parrocchie, le confraternite, la comunità di Betania e l'amministrazione comunale. Le due parole che risuoneranno nel corso dei prossimi mesi saranno «pellegrini» e «speranza». Il termine "pellegrini" indica chi vaga per i campi nutrendosi di ciò che la natura offre. L'invito rivolto alla platea è quello di mettersi sulle tracce di chi non vuole farsi vedere, perché prova vergogna o umiliazione. «Non attendiamo che siano gli altri a venire, dobbiamo essere noi solleciti nello spronare».
Il fatto che Gesù sia allo stesso tempo Dio e uomo conferisce all'umanità un velo di santità, dal momento che l'essenza divina si è incarnata in un corpo mortale, elevando così l'intero genere umano. Intorno al concetto di pace ha ruotato l'intera omelia vescovile, affinché nell'Anno Santo si riviva continuamente lo scambio di pace e perdono. Quest'ultimo si riferisce a un donare gratuitamente in maniera disinteressata. «Per molti è difficile chiedere scusa. Anche la modalità del perdono assume un suo peso: difatti, c'è modo e modo di perdonare. Il perdono mai deve umiliare, ma deve sempre elevare. Deve far sentire chi ha sbagliato degno di attenzione. Chi perdona non deve calpestare, non deve far sentire l'altro una nullità, ma deve far rinascere».
Per sottolineare il ruolo dirimente della pace, Cornacchia cita sia Papa Paolo VI che all'epoca disquisiva di «dono di pace per la famiglia universale» sia Papa Francesco che di recente, nel ripercorrere la preghiera del Padre Nostro, concentra l'attenzione sulla locuzione «rimetti a noi i nostri debiti e concedici la pace».
Una riflessione significativa è stata avanzata anche sull'inesorabile scorrere del tempo. «Bisogna ringraziare il buon Dio per il dono della vita. Dico "grazie" perché il Signore ci ha concesso di vedere un anno nuovo. Purtroppo molte persone che l'anno scorso erano presenti, adesso sono ricordate nella nostra memoria». Mons. Cornacchia distingue il tempo nella sua duplice dimensione: da un lato, quella «cronologica» che bada alla durata quantitativa; dall'altro, quella «cairologica» che si proietta con uno sguardo sapienziale e di santità sul momento giusto e opportuno.
Un pensiero di affetto, infine, ha accarezzato il cardinale Angelo Amato che è scomparso ieri sera, 31 dicembre: ha rivestito la carica di prefetto emerito della Congregazione delle Cause dei Santi.