Politica
La Corrente: «5G, quanto ne sa il Comune di Terlizzi?»
Presto sarà convocata un'assemblea pubblica telematica per affrontare l'argomento
Terlizzi - domenica 19 aprile 2020
1.10
«In questo tempo sospeso c'è il legittimo pericolo che una amministrazione debole ed una macchina amministrativa allo stremo perdano di vista l'esigenza di tutelare il principio di precauzione e prevenzione sul proprio territorio».
Lo scrivono da La Corrente, il movimento di sinistra coordinato da Michelangelo De Palma, volendo far chiarezza sulla questione ormai sulla bocca di molti italiani: il 5 G.
«Grazie a Giuseppe Volpe - si legge in un comunicato apparso sui canali social -, con una formale istanza ed una mozione consiliare, abbiamo chiesto, per questo motivo, in ossequio all'art. 32 della Costituzione ed al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario volto a ridurre significativamente i pericoli anche solo potenziali, che:
1. il Sindaco proceda con la dovuta tempestività all'effettivo monitoraggio delle antenne presenti sul territorio;
2. il Sindaco si adoperi con la massima celerità a dotare il Comune di un piano di zonizzazione #elettromagnetica;
3. il Comune impedisca qualsiasi forma di sperimentazione della tecnologia 5G sino a che la scienza non produrrà sufficienti evidenze sulla sua eventuale innocuità.
Due Regioni italiane - continua la nota -, Toscana e Marche, e 216 comuni, tra cui moltissimi nella Regione Puglia, hanno adottato provvedimenti – ordinanze per bloccare l'installazione della nuova tecnologia 5G».
Una posizione chiara quella de La Corrente: o ci sono tutti gli standards di sicurezza oppure non si può procedere ad installazioni.
Ma dal movimento di opposizione arriva anche la proposta di un'assemblea pubblica sul tema, per permettere ai cittadini di farsi un'idea propria.
«Lo faremo in modalità virtuale - precisano in tempi di emergenza sanitaria -. Come è accaduto per altre questioni ambientali intraprenderemo, insieme a comitati, associazioni e gruppi di cittadini, qualsiasi azione volta a tutelare la salute pubblica.
La distanza - concludono - non ci impedirà di approfondire, di formarci una opinione collettiva. L'emergenza non sia scusa per non assumere posizioni politiche che potrebbero riguardare la nostra salute».
Lo scrivono da La Corrente, il movimento di sinistra coordinato da Michelangelo De Palma, volendo far chiarezza sulla questione ormai sulla bocca di molti italiani: il 5 G.
«Grazie a Giuseppe Volpe - si legge in un comunicato apparso sui canali social -, con una formale istanza ed una mozione consiliare, abbiamo chiesto, per questo motivo, in ossequio all'art. 32 della Costituzione ed al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario volto a ridurre significativamente i pericoli anche solo potenziali, che:
1. il Sindaco proceda con la dovuta tempestività all'effettivo monitoraggio delle antenne presenti sul territorio;
2. il Sindaco si adoperi con la massima celerità a dotare il Comune di un piano di zonizzazione #elettromagnetica;
3. il Comune impedisca qualsiasi forma di sperimentazione della tecnologia 5G sino a che la scienza non produrrà sufficienti evidenze sulla sua eventuale innocuità.
Due Regioni italiane - continua la nota -, Toscana e Marche, e 216 comuni, tra cui moltissimi nella Regione Puglia, hanno adottato provvedimenti – ordinanze per bloccare l'installazione della nuova tecnologia 5G».
Una posizione chiara quella de La Corrente: o ci sono tutti gli standards di sicurezza oppure non si può procedere ad installazioni.
Ma dal movimento di opposizione arriva anche la proposta di un'assemblea pubblica sul tema, per permettere ai cittadini di farsi un'idea propria.
«Lo faremo in modalità virtuale - precisano in tempi di emergenza sanitaria -. Come è accaduto per altre questioni ambientali intraprenderemo, insieme a comitati, associazioni e gruppi di cittadini, qualsiasi azione volta a tutelare la salute pubblica.
La distanza - concludono - non ci impedirà di approfondire, di formarci una opinione collettiva. L'emergenza non sia scusa per non assumere posizioni politiche che potrebbero riguardare la nostra salute».