Cronaca
La criminalità barese puntava al Mercato dei Fiori: il Comune si costituisce parte civile
Iniziato oggi il processo "Pandora"
Terlizzi - martedì 5 marzo 2019
15.06
Tentarono di infiltrare e acquisire il controllo del mercato dei fiori procurando un grave danno d'immagine alla comunità terlizzese. Per queste ragioni il Comune di Terlizzi si è costituito parte civile nel procedimento penale n. 9817/2015 la cui prima udienza del rito ordinario si è tenuta questa mattina presso il Tribunale di Bari. Si tratta del processo relativo all'operazione antimafia cosiddetta «Pandora» contro i clan baresi che, nel giugno del 2018, portò i Carabinieri del Ros a eseguire ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 104 presunti affiliati ai clan baresi Mercante-Diomede e Capriati, tra cui cinque persone di origine terlizzese, indagati a vario titolo per associazione mafiosa.
Il Comune di Terlizzi come specificato in un decreto a firma del sindaco Ninni Gemmato si è costituito nel processo e sarà rappresentato dall'avvocato Roberto Lopelli di Bari.
Secondo quanto appreso, gli imputati progettavano di reinvestire proventi illeciti nel settore economico locale della floricoltura, itticoltura e della commercializzazione di prodotti alimentari. In particolare, emergeva una precisa intenzione di intervenire illecitamente sulle operazioni di compravendita di fiori.
«Tali gravissime condotte - conferma l'avvocato Lopelli nell'atto di costituzione di parte civile - hanno arrecato al Comune di Terlizzi (e alla collettività) un ingente danno all'immagine».
La scelta del sindaco di costituire nel processo il Comune di Terlizzi quale parte offesa nasce dunque dal presunto tentativo da parte delle organizzazioni malavitose baresi di infiltrare illecitamente il tessuto economico-sociale terlizzese. «La nostra è una comunità sana, fatta di gente perbene e immune a qualsiasi tentativo di pervasione criminale» rivendica il sindaco Ninni Gemmato, «i fatti risalenti a giugno di un anno fa ebbero un'eco mediatica rilevante con l'evidente rischio di discredito sul commercio dei fiori a Terlizzi e sul mercato all'ingrosso dei fiori, quest'ultimo emblema della nostra economia. La scelta da parte del Comune di Terlizzi di costituirsi parte civile nel processo è la scelta di difendere l'onorabilità di un'intera comunità riaffermando e di riaffermare, semmai ce ne fosse bisogno, i principi di legalità che sottendono e ispirano la vita sociale ed economica del nostro territorio».
Il Comune di Terlizzi come specificato in un decreto a firma del sindaco Ninni Gemmato si è costituito nel processo e sarà rappresentato dall'avvocato Roberto Lopelli di Bari.
Secondo quanto appreso, gli imputati progettavano di reinvestire proventi illeciti nel settore economico locale della floricoltura, itticoltura e della commercializzazione di prodotti alimentari. In particolare, emergeva una precisa intenzione di intervenire illecitamente sulle operazioni di compravendita di fiori.
«Tali gravissime condotte - conferma l'avvocato Lopelli nell'atto di costituzione di parte civile - hanno arrecato al Comune di Terlizzi (e alla collettività) un ingente danno all'immagine».
La scelta del sindaco di costituire nel processo il Comune di Terlizzi quale parte offesa nasce dunque dal presunto tentativo da parte delle organizzazioni malavitose baresi di infiltrare illecitamente il tessuto economico-sociale terlizzese. «La nostra è una comunità sana, fatta di gente perbene e immune a qualsiasi tentativo di pervasione criminale» rivendica il sindaco Ninni Gemmato, «i fatti risalenti a giugno di un anno fa ebbero un'eco mediatica rilevante con l'evidente rischio di discredito sul commercio dei fiori a Terlizzi e sul mercato all'ingrosso dei fiori, quest'ultimo emblema della nostra economia. La scelta da parte del Comune di Terlizzi di costituirsi parte civile nel processo è la scelta di difendere l'onorabilità di un'intera comunità riaffermando e di riaffermare, semmai ce ne fosse bisogno, i principi di legalità che sottendono e ispirano la vita sociale ed economica del nostro territorio».