Cronaca
La famiglia Bohdal era pronta a raggiungere Terlizzi: persa anche questa speranza
Quattro giorni fa Eva Riz-Bohdal, sorella di Martin, aveva scritto alla redazione di TerlizziViva per chiedere aiuto
Terlizzi - sabato 17 ottobre 2015
Non sempre le favole hanno il lieto fine. Peraltro, la storia del misterioso senzatetto di Terlizzi non si è rivelata nemmeno una favola, come l'aveva definita la conduttrice di "Chi l'ha Visto?" Federica Sciarelli nella puntata di due settimane fa, dedicata proprio al presunto Martin Bohdal.
A Terlizzi non c'è e non c'è mai stato nessun Martin Bohdal. Non è lui. Non è il giovane nobile smarrito nel buio di una notte di 17 anni fa, dopo una festa trascorsa tra amici e la gita in barca su un lago che sembra esserselo inghiottito.
E' così e fa male dirlo. Come un pizzico che interrompe un sogno, il sogno di chi sperava di ritrovare su quella panchina il proprio figlio o il proprio fratello. Per la famiglia Bohdal, quella piccola e sconosciuta cittadina del sud Italia chiamata Terlizzi, improvvisamente balzata agli onori della cronaca, è finita per essere l'ennesima tappa di un disincanto senza fine.
Soltanto quattro giorni fa Eva Riz-Bohdal, noto medico austriaco nonché sorella di Martin, aveva scritto alla redazione di TerlizziViva. Ci aveva raccontato di come, attraverso le nostre pagine, stesse seguendo l'evolversi di questa vicenda. Ci aveva chiesto persino di aiutarla a incontrare quell'uomo e noi eravamo già al lavoro per organizzare il suo soggiorno a Terlizzi, questa volta in silenzio perché cominciavamo a credere anche noi di essere davvero in una favola.
Niente da fare. Terlizzi si è rivelata un capitolo di speranza e di delusione nel giro di poco tempo. L'apparizione del senzatetto prima dell'estate, i tentativi di comprendere chi fosse davvero e di aiutarlo, lo sguardo e la cicatrice che hanno fatto pensare a Martin Bohdal, la segnalazione a Chi l'ha Visto?, le telecamere della Rai, l'interprete che aveva colto una possibilità quel dialetto tedesco, la penna de La Gazzetta del Mezzogiorno, la stampa austriaca, fino ad arrivare all'Interpol che aveva riacceso i fari su questo caso senza soluzione. Niente da fare. L'uomo scomparso 17 anni fa in Austria non è lo stesso accampato nel centro di Terlizzi. Il senzatetto di corso Garibaldi è ungherese, non austriaco. E appartiene ad altri sogni. Ai sogni di chissà chi.
A Terlizzi non c'è e non c'è mai stato nessun Martin Bohdal. Non è lui. Non è il giovane nobile smarrito nel buio di una notte di 17 anni fa, dopo una festa trascorsa tra amici e la gita in barca su un lago che sembra esserselo inghiottito.
E' così e fa male dirlo. Come un pizzico che interrompe un sogno, il sogno di chi sperava di ritrovare su quella panchina il proprio figlio o il proprio fratello. Per la famiglia Bohdal, quella piccola e sconosciuta cittadina del sud Italia chiamata Terlizzi, improvvisamente balzata agli onori della cronaca, è finita per essere l'ennesima tappa di un disincanto senza fine.
Soltanto quattro giorni fa Eva Riz-Bohdal, noto medico austriaco nonché sorella di Martin, aveva scritto alla redazione di TerlizziViva. Ci aveva raccontato di come, attraverso le nostre pagine, stesse seguendo l'evolversi di questa vicenda. Ci aveva chiesto persino di aiutarla a incontrare quell'uomo e noi eravamo già al lavoro per organizzare il suo soggiorno a Terlizzi, questa volta in silenzio perché cominciavamo a credere anche noi di essere davvero in una favola.
Niente da fare. Terlizzi si è rivelata un capitolo di speranza e di delusione nel giro di poco tempo. L'apparizione del senzatetto prima dell'estate, i tentativi di comprendere chi fosse davvero e di aiutarlo, lo sguardo e la cicatrice che hanno fatto pensare a Martin Bohdal, la segnalazione a Chi l'ha Visto?, le telecamere della Rai, l'interprete che aveva colto una possibilità quel dialetto tedesco, la penna de La Gazzetta del Mezzogiorno, la stampa austriaca, fino ad arrivare all'Interpol che aveva riacceso i fari su questo caso senza soluzione. Niente da fare. L'uomo scomparso 17 anni fa in Austria non è lo stesso accampato nel centro di Terlizzi. Il senzatetto di corso Garibaldi è ungherese, non austriaco. E appartiene ad altri sogni. Ai sogni di chissà chi.