Spartito originale Tu scendi dalle stelle di S Alfonso conservato nel Santuario della Consolazione a Deliceto n
Spartito originale Tu scendi dalle stelle di S Alfonso conservato nel Santuario della Consolazione a Deliceto n
Eventi e cultura

La Pastorella, nenia natalizia terlizzese. La storia

Strofe piene di fascino e di dolcezza melodica, venivano cantate nelle chiese durante la celebrazione della novena di Natale. Vito Bernardi spiega perché

Lo facciamo il primo dell'anno, quasi fosse un rito benaugurale. Vi raccontiamo, attraverso le parole dello studioso Vito Bernardi, la storia della Pastorella, una nenia tanto importante per i terlizzesi. Lo facciamo per conoscenza, certo, ma anche perché ci auguriamo che possa tornare a risuonare in chiese e piazze gremite alle prossime festività.

La celebrazione liturgica del mistero della Natività, specie nel Mezzogiorno, è stata sempre accompagnata da canti, pastorali, nenie che richiamano alla mente la ninna nanna delle mamme per far addormentare i più piccoli. La più famosa nenia natalizia, per la sua universale popolarità, è "Tu scendi dalle stelle" attribuita a Sant' Alfonso Maria de' Liguori(Napoli 1696-Nocera dei Pagani 1787),santo missionario e vescovo riformatore , fondatore nel 1732 della Congregazione dei Redentoristi, grande predicatore delle missioni popolari tra le plebi rurali campane e pugliesi. La predicazione alfonsiana teneva molto in considerazione il canto che nei paesi meridionali è sempre stato parte integrante delle pratiche di culto e di devozione.


Le canzoncine alfonsiane nascono dall'aver ascoltato il Santo nei luoghi di missione canti già esistenti dai quali sfrondava le parti popolari e dialettali e li riadattava per le esigenze pastorali e di missione con nuove forme letterarie e poetiche . Così rielaborati i canti permettevano alle plebi, prive di conoscenze religiose, di comprendere meglio i misteri della fede. La canzoncina più famosa del Nostro è la nenia natalizia "Tu scendi dalle stelle". La stesura del testo poetico e della musica, secondo gli studiosi alfonsiani, venne eseguita da Sant'Alfonso nel 1745 nel Convento della Desolazione, a Deliceto in provincia di Foggia. Al riguardo gli abitanti di Nola in Campania hanno sempre sostenuto che la stesura della dolce nenia fu composta dal Santo nel loro paese durante una missione popolare. Di questa nenia quasi tutti gli studiosi si sono fermati all'analisi della datazione e del luogo di composizione e poche volte ad approfondire dal punto di vista filologico il testo e la musica. Manca un confronto serio con i canti che il Nostro aveva ascoltato nelle sue peregrinazioni missionarie tra le plebi rurali del Mezzogiorno. Solo il musicologo Paolo Saturno ha sostenuto una tesi diversa, basata su fatto che Sant' Alfonso abbia da qualche canto popolare tratto lo spunto per la sua famosa nenia .Questo dibattito culturale sulla paternità di testo e musica delle canzoncine alfonsiane, e in particolare di "Tu scendi dalle stelle", ancora aperto, ha interessato anche il nostro storico Gaetano Valente che nella sua opera "Tu scendi dalle Stelle-dalla "pastorella" terlizzese alla "canzoncina" di S. Alfonso de' Liguori, Terlizzi 1999", evidenzia elementi di natura storica e letteraria per affermare che la nenia natalizia alfonsiana trova la sua derivazione dalla Pastorella terlizzese la cui musica e testo furono, sicuramente, rivisti e rimodulati dal Santo napoletano.

La nenia terlizzese, piena di fascino e di dolcezza melodica, veniva cantata nelle chiese durante la celebrazione della novena di Natale che iniziava alle cinque del mattino per dare la possibilità specie ai contadini di assistere al rito che veniva vissuto con fervore e partecipazione emotiva, e al quale partecipava tutta la comunità, specie i bambini accompagnati dalle mamme. La Chiesa locale, in particolare il capitolo della Collegiata e le confraternite, per tutte le festività dell'anno liturgico, compreso il Natale, si serviva, per allietare le celebrazioni , di antiche melodie di origine orientale che hanno risuonato nelle nostre chiese fino alla entrata della Riforma del Vaticano II. Da uno studio approfondito della sua vita e delle sue opere si deduce, puntualizza il Valente nel citato suo lavoro, che l'autore del testo poetico della "Pastorella", pieno di influenza arcadica, e della musica, colma di variazioni melodiche, sia stato un rampollo della nobile famiglia de Paù, il terlizzese Felice de Paù (1703-1782), vescovo, giurista, poeta, critico e compositore musicale. Il de Paù si formò alla "scuola di musica" istituita da suo padre Gennaro(1668-1750)e diretta da Salvatore Broschi, padre del sopranista Carlo Broschi, chiamato Il Farinelli. Fece i suoi studi giuridici a Roma, alla Sapienza, laureandosi in utroque iure(diritto ecclesiastico e civile). Durante il soggiorno romano si iscrisse all'Accademia romana dell'Arcadia che ebbe grande influenza sul giovane de Paù, condizionando tutti i suoi lavori poetici e musicali che assumeranno un'impronta decisamente pastorale. Dopo gli studi romani, nel 1732 il chierico Felice de Paù rientrò a Terlizzi, diventando il protagonista della vita sociale e religiosa della città. Nel 1738, quale vicario della Chiesa di Terlizzi, emise due decreti, il primo rimodulava dalle fondamenta l'organizzazione della celebrazione della novena di Natale, il secondo disciplinava la festività del Santo Natale. Certamente, la sua preparazione letteraria e musicale avrà condotto il de Paù a scrivere la Pastorella per rendere le celebrazioni della novena e del Natale più partecipate da parte del popolo.

Sarà stata l'occasione della emanazione dei decreti che avrà permesso al Nostro, sicuramente, di allietare le celebrazioni della novena e di Natale con la sua nenia, anche se nessun documento conferma questo inserimento. Da un confronto particolareggiato della Pastorella con Tu scendi dalle stelle, vengono fuori notevoli differenze , afferma nel predetto lavoro il Valente, riguardanti la struttura e la forma letteraria e musicale delle due nenie. Sant' Alfonso avrà sentito parlare o ascoltato la nenia terlizzese durante le missioni popolari predicate nei paesi del Barese ed anche a Terlizzi nel gennaio del 1745, ed avrà tratto da essa ispirazione, tenendola come modello per la sua canzoncina. Il testo della nenia terlizzese , confrontando quella alfonsiana, subisce manipolazioni, eliminazioni o cambiamenti di molti versi. La Pastorella presenta un titolo che altro non è che un dialogo tra pastori e Bambinello e che richiama il mondo pastorale dell'Arcadia( regione dell'antica Grecia) tanto lodato e studiato dal de Paù; la nenia alfonsiana è priva di intitolazione. Nella Pastorella la prima strofa è un invito al popolo a cantare per far addormentare il piccolo Gesù: "Cantiamo, olà, pastori, sulla capanna, al pargoletto Dio la ninna nanna…" ,che si conclude con un ritornello tipicamente popolare: "Pastorelle e verginelle su, cantiamo al Dio d'amor, al Bambino del nostro cuor, sulla capanna: "Dormi, o ninno mio, fa ninna nanna".; l'alfonsiana Tu scendi dalle Stelle è priva di invito e di ritornello. La Pastorella presenta ben tre variazioni melodiche rimaste tali nel tempo, Tu scendi dalle stelle sempre la stessa melodia. Anche le Pastorali Litanie Lauretane di chiusura della Pastorella mostrano variazioni melodiche, ben due. Infine, la settima strofa della nenia terlizzese con la quale si invita il popolo a non cantare più perché il Bambino si è addormentato: "Ma dorme già il Bambino, ma intanto il core non dorme, no, ma veglia in tutte l' ore! Verginelle e pastorelle, ecco dorme il Dio d'amor: Deh! Non destate, cessate di cantar la ninna nanna", viene sostituita da S. Alfonso con una strofa di richiamo mariano. Le differenze di cui sopra riguardanti la struttura letteraria e le melodie delle due nenie e il diverso arco temporale di presentazione delle stesse stanno a dimostrare, afferma il Valente a conclusione della sua opera, " l'autenticità originaria e, quindi, la maggiore antichità o anteriorità dell'una rispetto all'altra". Tale asserzione, ribadisce , si presenta" quale contributo alla ricerca della identità di un fatto di cultura.


Non vuol essere una futile rivendicazione di campanile, bensì una puntualizzazione critica della questione". A conclusione di questo nostro scritto, non possiamo non parlare dell'opera altamente meritoria di riscoperta e di recupero di antiche melodie della liturgia e canti devozionali, tra cui la Pastorella e le Pastorali Litanie Lauretane , messa in campo circa quattro lustri addietro, e realizzata con competenza , alta professionalità ed autentico amore verso le patrie memorie, dal nostro concittadino Maestro Giuseppe Binetti, già docente di pianoforte presso il Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari, insieme alla Corale Terlicium di cui il Maestro è stato il direttore fino al suo scioglimento. Questo patrimonio della religiosità popolare terlizzese, che bisogna difendere, far conoscere e riportare nelle nostre chiese e confraternite, di cui fanno parte anche la Pastorella e le Pastorali Litanie Lauretane, grazie al Maestro Binetti e alla Corale Terlicium ,è stato conservato in due magnifici CD, il primo dal titolo "Canti popolari sacri terlizzesi" realizzato nel 2005, il secondo "Canti natalizi terlizzesi" nel 2007.


Dott. Vito Bernardi
già direttore Biblioteca Comunale "L. Marinelli Giovene"
  • Pastorella
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