Attualità
La preoccupazione di Gianni, infermiere di cardiologia ai tempi del Coronavirus
La lettera di un terlizzese che invita ad essere tutti più responsabili
Terlizzi - lunedì 23 marzo 2020
«Sono preoccupato per tutto quello che sta succedendo. Tra poco diventerò padre e se da un lato sono pieno di gioia per l'arrivo di mia figlia, dall'altro sono preoccupato per tutto quello che sta accadendo. È come combattere una guerra e noi infermieri, insieme ai medici, siamo i soldati chiusi a combattere in trincea».
È questo il messaggio accorato che Gianni Gargano affida alla nostra testata. Lui è infermiere nel reparto di cardiologia dell'Ospedale "Di Venere" di Bari e si sente in trincea, giustamente in trincea, nonostante non presti servizio in un reparto Covid-19. Ma è uno dei tanti uomini e delle tante donne che, in tutta Italia, lottano in altri reparti, al servizio di pazienti fragili, per salvaguardarli.E lottano spesso senza tutti i dispositivi individuali di protezione, con qualche rischio quando tornano a casa di infettare eventualmente i loro cari.
«Capiamo la nostra importanza, ma è lecito avere paura - ammette -. Paura di non farcela. Paura di infettare i nostri cari. Fatelo per noi e per voi. Evitate le cose inutili - l'appello semplice e diretto -. Ognuno può avere un ruolo fondamentale nella lotta a questo mostro e solo rimanendo uniti possiamo farcela», la sua conclusione da fissare a caratteri cubitali nelle nostre case.
A Gianni, a quelli come lui, a quelli che quotidianamente prestano servizio nei nostri ospedali va il nostro grazie più sentito. Con una promessa: diventeremo popolo e come informazione faremo la nostra parte, non abbiamo più scelta. A cose finite, speriamo prestissimo, alzeremo la voce e metteremo le nostre penne a disposizione di chi si batte per evitare tagli alla sanità sul territorio nazionale, piaga che affligge la nostra terra da decenni.
A lui gli auguri per la creatura che sta per venire al mondo.
È questo il messaggio accorato che Gianni Gargano affida alla nostra testata. Lui è infermiere nel reparto di cardiologia dell'Ospedale "Di Venere" di Bari e si sente in trincea, giustamente in trincea, nonostante non presti servizio in un reparto Covid-19. Ma è uno dei tanti uomini e delle tante donne che, in tutta Italia, lottano in altri reparti, al servizio di pazienti fragili, per salvaguardarli.E lottano spesso senza tutti i dispositivi individuali di protezione, con qualche rischio quando tornano a casa di infettare eventualmente i loro cari.
«Capiamo la nostra importanza, ma è lecito avere paura - ammette -. Paura di non farcela. Paura di infettare i nostri cari. Fatelo per noi e per voi. Evitate le cose inutili - l'appello semplice e diretto -. Ognuno può avere un ruolo fondamentale nella lotta a questo mostro e solo rimanendo uniti possiamo farcela», la sua conclusione da fissare a caratteri cubitali nelle nostre case.
A Gianni, a quelli come lui, a quelli che quotidianamente prestano servizio nei nostri ospedali va il nostro grazie più sentito. Con una promessa: diventeremo popolo e come informazione faremo la nostra parte, non abbiamo più scelta. A cose finite, speriamo prestissimo, alzeremo la voce e metteremo le nostre penne a disposizione di chi si batte per evitare tagli alla sanità sul territorio nazionale, piaga che affligge la nostra terra da decenni.
A lui gli auguri per la creatura che sta per venire al mondo.