Cronaca
La vittoria più bella di Antonio
L'uomo di 47 anni è stato dimesso ieri dal Policlinico di Bari. Ecco cosa ci ha raccontato
Terlizzi - domenica 19 aprile 2020
06.00
Ieri, 18 aprile, una lieta notizia ha attraversato Terlizzi in questo periodo così funesto dovuto al Coronavirus. Antonio, il quarantasettenne ricoverato al Policlinico di Bari dal 22 marzo scorso dopo aver contratto il Covid-19 ha vinto la sua partita ed è tornato a casa dove ha ritrovato l'affetto dei propri familiari e di tutta la città. Noi lo abbiamo sentito e questo è ciò che ci ha raccontato.
Come ha vissuto questi giorni al Policlinico? Vuole ringraziare qualcuno?
«Non sono stati assolutamente belli. Il problema non è solo stato combattere la malattia. È stata anche una battaglia psicologica. In alcuni momenti è subentrata la grande forza mentale. Essere chiusi in isolamento in una stanza di 15/18 metri quadrati non è assolutamente facile. Ringrazio i miei famigliari e i miei amici che mi sono stati vicino. Non smetterò mai di ringraziare i medici, gli infermieri e tutto l'apparato sanitario che con coraggio e competenza combattono il Covid-19».
Quali sono stati i pensieri più ricorrenti in questi 26 giorni di ospedale?
«Mi ha assalito l'angoscia poiché non si conosce ancora molto dell'"invisibile" e quindi mi chiedevo "funzionerà la cura"? L'altro pensiero che mi ha torturato era il fatto di non poter stare con la mia famiglia, il non poter abbracciare mia moglie e i mie figli».
Quali i momenti più duri e quando ha tirato un sospiro di sollievo dicendo "ce l'ho fatta"?
«Il dover sopportare tutti gli esami e tenere per talune giornate per ventiquattrore l'ossigeno non è stato facile. Il fatto di stare un mese in isolamento è stata dura, poi quando gli esiti degli esami e i parametri sono rientrati ho tirato un sospiro di sollievo attendendo con ansia che il medico improvvisamente mi comunicasse di poter andare a casa...».
Quando ha rivisto la luce del sole mettendo piede sotto casa sua, la sua prima esclamazione?
«Appena sceso dall'autoambulanza ho urlato con forza come fosse una liberazione!! Poi mi sono emozionato trovando i miei amici di sempre Antonello e Luca. Toccante è stato il saluto di tutti gli amici del quartiere in cui abito».
I consigli che si sente di dare ai terlizzesi ai terlizzesi in questo difficile momento?
«Consiglio a tutti i terlizzesi giovani e meno giovani di seguire ed osservare le restrizioni, perché il covid 19 non è uno scherzo. Ho visto in ospedale delle situazioni veramente brutte.. Quello che è successo a me può capitare a chiunque e vi garantisco che non è una cosa semplice, quindi è meglio evitare guai cercando di rispettare le regole in maniera ferrea».
Come ha vissuto questi giorni al Policlinico? Vuole ringraziare qualcuno?
«Non sono stati assolutamente belli. Il problema non è solo stato combattere la malattia. È stata anche una battaglia psicologica. In alcuni momenti è subentrata la grande forza mentale. Essere chiusi in isolamento in una stanza di 15/18 metri quadrati non è assolutamente facile. Ringrazio i miei famigliari e i miei amici che mi sono stati vicino. Non smetterò mai di ringraziare i medici, gli infermieri e tutto l'apparato sanitario che con coraggio e competenza combattono il Covid-19».
Quali sono stati i pensieri più ricorrenti in questi 26 giorni di ospedale?
«Mi ha assalito l'angoscia poiché non si conosce ancora molto dell'"invisibile" e quindi mi chiedevo "funzionerà la cura"? L'altro pensiero che mi ha torturato era il fatto di non poter stare con la mia famiglia, il non poter abbracciare mia moglie e i mie figli».
Quali i momenti più duri e quando ha tirato un sospiro di sollievo dicendo "ce l'ho fatta"?
«Il dover sopportare tutti gli esami e tenere per talune giornate per ventiquattrore l'ossigeno non è stato facile. Il fatto di stare un mese in isolamento è stata dura, poi quando gli esiti degli esami e i parametri sono rientrati ho tirato un sospiro di sollievo attendendo con ansia che il medico improvvisamente mi comunicasse di poter andare a casa...».
Quando ha rivisto la luce del sole mettendo piede sotto casa sua, la sua prima esclamazione?
«Appena sceso dall'autoambulanza ho urlato con forza come fosse una liberazione!! Poi mi sono emozionato trovando i miei amici di sempre Antonello e Luca. Toccante è stato il saluto di tutti gli amici del quartiere in cui abito».
I consigli che si sente di dare ai terlizzesi ai terlizzesi in questo difficile momento?
«Consiglio a tutti i terlizzesi giovani e meno giovani di seguire ed osservare le restrizioni, perché il covid 19 non è uno scherzo. Ho visto in ospedale delle situazioni veramente brutte.. Quello che è successo a me può capitare a chiunque e vi garantisco che non è una cosa semplice, quindi è meglio evitare guai cercando di rispettare le regole in maniera ferrea».