Attualità
Lotta al racket e all'usura: Terlizzi celebra l'ex procuratore Giuseppe Volpe
In magistratura dal 1976, è stato nominato capo della Procura di Bari nel 2014. Il sindaco De Chirico: «Una storia positiva»
Terlizzi - venerdì 18 novembre 2022
13.43
Terlizzi ha celebrato ieri sera uno dei suoi concittadini più illustri, Giuseppe Volpe, magistrato e procuratore distrettuale dell'Antimafia di Bari in pensione da due anni, nella pinacoteca Michele De Napoli, luogo scelto per il convegno sulla lotta al racket e all'usura, due drammatiche piaghe sociali dell'intera terra di Bari.
Il premio della legalità e per la lotta all'usura, nell'ambito dell'interessante incontro organizzato dalla Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura con la finalità di promuovere un'educazione alla legalità, su iniziativa del vice presidente nazionale Renato De Scisciolo, è stato conferito a Volpe, di origini terlizzesi, già procuratore capo della Procura della Repubblica di Bari dal 2014 sino al 2020, quando ha lasciato l'incarico con la sobrietà che ha contraddistinto la sua opera.
In magistratura dal 1976, Volpe ha iniziato la sua carriera a Verbania come pretore ed è stato procuratore a Tempio Pausania, dove si è occupato del sequestro del piccolo Farouk Kassam. Inoltre ha seguito il processo sull'incendio del Petruzzelli e in Cassazione ha rappresentato la Procura Generale ai processi sui fatti di Bolzaneto, sul delitto di Filippo Raciti, sulle firme false in Piemonte e si è anche pronunciato sulla richiesta di trasferire da Milano i processi Ruby e Mediaset.
Grazie alla sua perseveranza, oltre che a quella dei componenti del suo ufficio, la Procura della Repubblica di Bari ha avuto un ruolo di primo piano non solo nella lotta alle organizzazioni criminali di stampo mafioso, ma anche nel contrasto alla corruzione in Puglia. Volpe, inoltre, è stato anche determinante per preservare la dignità del sistema giudiziario dopo il caso delle tendopoli allestite in via Nazariantz, fuori agli uffici giudiziari, finita sulle prime pagine dei giornali del mondo. A lui, nel corso dell'evento intrdotto dall'avvocato Maurizio Altomare, Terlizzi ha tributato il giusto merito celebrando «una storia di legalità che per me - ha detto il sindaco Michelangelo De Chirico - è motivo di grande orgoglio. Farlo in un contesto come quello della casa-museo dell'illustre Michele De Napoli, ancor di più. Il premio conferito all'ex procuratore Volpe è il simbolo del sacrificio, della passione e determinazione di chi spende la sua intera vita al servizio della comunità».
Nel corso della serata, davanti alle autorità delle forze dell'ordine, delle istituzioni e di numerosi cittadini, c'è stato spazio per il pensiero del procuratore generale di Bari, Angela Tommasicchio, e per gli interventi di Renato Nitti e Giuseppe Gatti. Secondo il procuratore capo di Trani «la mafia pugliese è fluida, camaleontica, frazionata», mentre il sostituto procuratore antimafia l'ha definita come «la mafia della porta accanto: possiamo sconfiggerla soltanto con il coraggio collettivo».
Per Tano Grasso presidente nazionale della Federazione Antiracket Italiana, la gara con la mafia non è chiusa. «Anzi - ha detto -, in questo momento, si avverte il rischio di una partita ancora più complicata a seguito degli investimenti che si annunciano nel piano di ripresa e di resilienza. Se non si attivano tutti gli anticorpi che è necessario attivare - ha ammonito - quei soldi possono diventare un'opportunità per rafforzare le mafie e inquinare ulteriormente l'economia legale locale».
L'invito dei magistrati è stato quello di «non mollare la guardia nei confronti della mafia perché la loro forza sta nell'indifferenza e nell'omertà». E proprio di mafie, delle tante mafie presenti in Italia, ha parlato Volpe: «In Abruzzo, addirittura, si sono insediati gruppi mafiosi che, durante le loro azioni, hanno parlato il pugliese».
Il premio della legalità e per la lotta all'usura, nell'ambito dell'interessante incontro organizzato dalla Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura con la finalità di promuovere un'educazione alla legalità, su iniziativa del vice presidente nazionale Renato De Scisciolo, è stato conferito a Volpe, di origini terlizzesi, già procuratore capo della Procura della Repubblica di Bari dal 2014 sino al 2020, quando ha lasciato l'incarico con la sobrietà che ha contraddistinto la sua opera.
In magistratura dal 1976, Volpe ha iniziato la sua carriera a Verbania come pretore ed è stato procuratore a Tempio Pausania, dove si è occupato del sequestro del piccolo Farouk Kassam. Inoltre ha seguito il processo sull'incendio del Petruzzelli e in Cassazione ha rappresentato la Procura Generale ai processi sui fatti di Bolzaneto, sul delitto di Filippo Raciti, sulle firme false in Piemonte e si è anche pronunciato sulla richiesta di trasferire da Milano i processi Ruby e Mediaset.
Grazie alla sua perseveranza, oltre che a quella dei componenti del suo ufficio, la Procura della Repubblica di Bari ha avuto un ruolo di primo piano non solo nella lotta alle organizzazioni criminali di stampo mafioso, ma anche nel contrasto alla corruzione in Puglia. Volpe, inoltre, è stato anche determinante per preservare la dignità del sistema giudiziario dopo il caso delle tendopoli allestite in via Nazariantz, fuori agli uffici giudiziari, finita sulle prime pagine dei giornali del mondo. A lui, nel corso dell'evento intrdotto dall'avvocato Maurizio Altomare, Terlizzi ha tributato il giusto merito celebrando «una storia di legalità che per me - ha detto il sindaco Michelangelo De Chirico - è motivo di grande orgoglio. Farlo in un contesto come quello della casa-museo dell'illustre Michele De Napoli, ancor di più. Il premio conferito all'ex procuratore Volpe è il simbolo del sacrificio, della passione e determinazione di chi spende la sua intera vita al servizio della comunità».
Nel corso della serata, davanti alle autorità delle forze dell'ordine, delle istituzioni e di numerosi cittadini, c'è stato spazio per il pensiero del procuratore generale di Bari, Angela Tommasicchio, e per gli interventi di Renato Nitti e Giuseppe Gatti. Secondo il procuratore capo di Trani «la mafia pugliese è fluida, camaleontica, frazionata», mentre il sostituto procuratore antimafia l'ha definita come «la mafia della porta accanto: possiamo sconfiggerla soltanto con il coraggio collettivo».
Per Tano Grasso presidente nazionale della Federazione Antiracket Italiana, la gara con la mafia non è chiusa. «Anzi - ha detto -, in questo momento, si avverte il rischio di una partita ancora più complicata a seguito degli investimenti che si annunciano nel piano di ripresa e di resilienza. Se non si attivano tutti gli anticorpi che è necessario attivare - ha ammonito - quei soldi possono diventare un'opportunità per rafforzare le mafie e inquinare ulteriormente l'economia legale locale».
L'invito dei magistrati è stato quello di «non mollare la guardia nei confronti della mafia perché la loro forza sta nell'indifferenza e nell'omertà». E proprio di mafie, delle tante mafie presenti in Italia, ha parlato Volpe: «In Abruzzo, addirittura, si sono insediati gruppi mafiosi che, durante le loro azioni, hanno parlato il pugliese».