Cronaca
Luigi Volpe vince la sua partita più importante: è negativo al Covid
Il 54enne, operatore sanitario, racconta la sua battaglia contro il maledetto virus
Terlizzi - lunedì 21 dicembre 2020
8.16
Dopo più di un mese Luigi Volpe, operatore socio-sanitario di professione e diesse della Polis Terlizzi nel suo tempo libero, ha vinto l'importante partita contro il Covid 19, e verrà dimesso in giornata dal 'Michele Sarcone', ospedale post covid dove ha trascorso l'ultimo periodo della malattia. Il cinquantaquattrenne, subito dopo le dimissioni ha raccontato la sua avventura a noi di TerlizziViva, e chi più di lui sarebbe stato capace di farlo, essendo uno dei tanti tra infermieri, medici ed operatori in prima linea sin dall'inizio della pandemia.
Luigi, prima di quel fatidico 12 novembre in cui sei risultato positivo al Covid, hai mai pensato di giocarti un giorno quest'importante partita?
«Per noi che siamo in prima linea le precauzioni purtroppo non sono mai troppe, siamo ancor più vulnerabili e attaccabili dal nemico invisibile. Sai, paradossalmente durante questa battaglia, vissuta da chi solitamente è dall'altra parte come operatore sanitario, mi ha fatto capire che questo virus è davvero molto pericoloso e letale».
Il momento più difficile?
«Sicuramente il momento del ricovero presso il reparto di Malattie Infettive del Policlinico di Bari, avvenuto nel pomeriggio. Come raccontato in un altro vostro articolo, ero in quarantena a Casamassima con il mio collega di lavoro e fui costretto a chiamare il 118 vista la forte tosse e la persistente febbre a 39°. Per quel che riguarda le rinunce, in primis la mia famiglia, sono stato fuori casa dal 13 novembre e poi i vari impegni nel sociale e nello sport terlizzese saltati».
Come ti sei trovato al 'Michele Sarcone', l'ospedale della tua Città, riaperto dal 1° dicembre, come nosocomio post-acuzie?
«Per quando riguarda l'Ospedale "Michele Sarcone", un plauso va a tutto il team del post-covid, ai medici, agli infermieri e alle fisioterapiste di riabilitazione polmonare per la grande professionalità mostrata in queste settimane».
Al termine di questa brutta avventura, quale consiglio vuoi dare ai tuoi concittadini?
«Ai terlizzesi consiglio di rispettare le regole che ci vengono assegnate, senza nessuna licenza, aspettando tempi migliori per poterci riabbracciare».
Luigi, prima di quel fatidico 12 novembre in cui sei risultato positivo al Covid, hai mai pensato di giocarti un giorno quest'importante partita?
«Per noi che siamo in prima linea le precauzioni purtroppo non sono mai troppe, siamo ancor più vulnerabili e attaccabili dal nemico invisibile. Sai, paradossalmente durante questa battaglia, vissuta da chi solitamente è dall'altra parte come operatore sanitario, mi ha fatto capire che questo virus è davvero molto pericoloso e letale».
Il momento più difficile?
«Sicuramente il momento del ricovero presso il reparto di Malattie Infettive del Policlinico di Bari, avvenuto nel pomeriggio. Come raccontato in un altro vostro articolo, ero in quarantena a Casamassima con il mio collega di lavoro e fui costretto a chiamare il 118 vista la forte tosse e la persistente febbre a 39°. Per quel che riguarda le rinunce, in primis la mia famiglia, sono stato fuori casa dal 13 novembre e poi i vari impegni nel sociale e nello sport terlizzese saltati».
Come ti sei trovato al 'Michele Sarcone', l'ospedale della tua Città, riaperto dal 1° dicembre, come nosocomio post-acuzie?
«Per quando riguarda l'Ospedale "Michele Sarcone", un plauso va a tutto il team del post-covid, ai medici, agli infermieri e alle fisioterapiste di riabilitazione polmonare per la grande professionalità mostrata in queste settimane».
Al termine di questa brutta avventura, quale consiglio vuoi dare ai tuoi concittadini?
«Ai terlizzesi consiglio di rispettare le regole che ci vengono assegnate, senza nessuna licenza, aspettando tempi migliori per poterci riabbracciare».