Attualità
Michele Tangari, alla scoperta di uno degli ultimi canestrai di Terlizzi
Realizzare un cesto artigianalmente con le proprie mani potrebbe diventare un'occasione di lavoro
Terlizzi - mercoledì 24 ottobre 2018
7.29
Si chiama Michele Tangari. Ha settant'anni ed è uno degli ultimi canestrai di Terlizzi. Il rischio è che tra due generazioni pure la parola canestraio diventerà sconosciuta ai giovani. Il mestiere del signor Michele, quello di realizzare artigianalmente panieri e cesti, è uno di quelli in via di estinzione.
Terlizziviva è andato a fargli visita all'interno della sua cantina in pietra, con la pavimentazione in chianca antica, dove Michele Tangari lavora. Un viaggio nella memoria del passato per scoprire gli aspetti caratteristici di mestieri ormai destinati a scomparire, ci racconta Michele, ultimo superstite di una generazione di canestrai.
Dopo il pensionamento dal mondo della musica, Michele ha ripreso un'arte ereditata dal padre già dalla tenera età. La realizzazione di un cesto inizia con il reperire la materia prima, polloni e rami d'ulivo, di mandorlo e canna di bambù dalle campagne dell'agro di Terlizzi durante la potatura. Si procede alla pulizia eliminando il fogliame, portando i rami "a zero".
Una comoda sedia, un paio di forbici da pota, un punzone ed una ronca sono gli attrezzi con cui si inizia a creare la base del cestino incrociando i rami d' ulivo e formando una sorta di croce, poi si intreccia la canna con la base. Stabilita la grandezza della base, si prosegue intrecciando i rami d'ulivo, di canna e mandorlo.
Se si sta realizzando un paniere si costruisce anche un manico, se invece l'oggetto è una cesta si rifinisce il contorno. In base alla necessità, si stabilisce l'altezza del prodotto altezz e la capienza. Per realizzare un cesto di media grandezza ci vogliono cinque ore.
Un tempo questi prodotti venivano ordinati per la raccolta dei frutti, come il cosiddetto "spannafichi" che usato per stendere al sole non solo i fichi, ma anche i pomodori e la frutta da far seccare al sole. Oggi i cesti vengono utilizzati per lo più come complementi d'arredo.
Il sogno del signor Tangari è quello di poter un giorno trasmettere quest'arte come maestro in un corso di formazione professionale dedicato all'arte del canestraio, un corso indirizzato ai più giovani, grazie al quale poter imparare un mestiere e saper costruire oggetti preziosi con materiali poveri offerti dalla natura e solo con l'uso delle mani. Prodotti artigianali particolari che oggi hanno pregio e mercato. Un'opportunità reale di lavoro.
Reportage e foto di Cosma Cacciapaglia
Terlizziviva è andato a fargli visita all'interno della sua cantina in pietra, con la pavimentazione in chianca antica, dove Michele Tangari lavora. Un viaggio nella memoria del passato per scoprire gli aspetti caratteristici di mestieri ormai destinati a scomparire, ci racconta Michele, ultimo superstite di una generazione di canestrai.
Dopo il pensionamento dal mondo della musica, Michele ha ripreso un'arte ereditata dal padre già dalla tenera età. La realizzazione di un cesto inizia con il reperire la materia prima, polloni e rami d'ulivo, di mandorlo e canna di bambù dalle campagne dell'agro di Terlizzi durante la potatura. Si procede alla pulizia eliminando il fogliame, portando i rami "a zero".
Una comoda sedia, un paio di forbici da pota, un punzone ed una ronca sono gli attrezzi con cui si inizia a creare la base del cestino incrociando i rami d' ulivo e formando una sorta di croce, poi si intreccia la canna con la base. Stabilita la grandezza della base, si prosegue intrecciando i rami d'ulivo, di canna e mandorlo.
Se si sta realizzando un paniere si costruisce anche un manico, se invece l'oggetto è una cesta si rifinisce il contorno. In base alla necessità, si stabilisce l'altezza del prodotto altezz e la capienza. Per realizzare un cesto di media grandezza ci vogliono cinque ore.
Un tempo questi prodotti venivano ordinati per la raccolta dei frutti, come il cosiddetto "spannafichi" che usato per stendere al sole non solo i fichi, ma anche i pomodori e la frutta da far seccare al sole. Oggi i cesti vengono utilizzati per lo più come complementi d'arredo.
Il sogno del signor Tangari è quello di poter un giorno trasmettere quest'arte come maestro in un corso di formazione professionale dedicato all'arte del canestraio, un corso indirizzato ai più giovani, grazie al quale poter imparare un mestiere e saper costruire oggetti preziosi con materiali poveri offerti dalla natura e solo con l'uso delle mani. Prodotti artigianali particolari che oggi hanno pregio e mercato. Un'opportunità reale di lavoro.
Reportage e foto di Cosma Cacciapaglia