Religioni
Mons. Cornacchia: «Il pane dello Spirito si chiama fratellanza universale»
Celebrato questa mattina il Solenne Pontificale in onore di Maria SS. di Sovereto
Terlizzi - domenica 4 agosto 2024
14.21
La metafora del cibo è stato il perno intorno a cui ha ruotato l'omelia del vescovo Mons. Domenico Cornacchia nel corso del Solenne Pontificale di questa afosa mattina di domenica 4 agosto. Gli auguri rivolti ai terlizzesi per i festeggiamenti di Maria SS. di Sovereto sono stati improntati sul rimembrare l'importanza «del pane che si chiama "fratellanza universale", dell'armonia nelle famiglie, della pace e del perdono reciproco».
I fedeli sono accorsi nella Concattedrale di San Michele Arcangelo per rinvigorirsi con l'ascolto di parole volte all'unione e che spezzino le divisioni fra i singoli. «Quando il Signore comincia il discorso sul vero pane, tutti gli voltano le spalle», ha spiegato Sua Eccellenza, sottolineando come il vero nutrimento non sia soltanto quello materiale da acquistare, ma anche l'altro spirituale di cui godere insieme. «Il cibo durevole è quello dell'amore, dell'umiltà e della vicendevole benevolenza». Non bisogna, dunque, lasciarsi ammaliare da taluni «surrogati per palati».
«Il buon Dio assicura quotidiana e abbondante manna anche per coloro che hanno imprecato contro di Lui», evidenzia Mons. Cornacchia che punta sulla vita eterna come prospettiva di ciò che è duraturo e non effimero. Citando il dottore della chiesa Agostino, si focalizza su come «desiderare una cosa bella significa già gustarla». Si tratta, leggendo tra le righe, di un monito alla stessa collettività per tendere ogni giorno a costruire una comunità ecclesiale vivace e genuina.
Ancora, la lettura del documento del Concilio Vaticano risalente al 1965 esorta anche oggi a «conoscere il mondo in cui viviamo, le sue attese, le sue aspirazioni, la sua umanità», con la sollecitazione a «non stancarsi nel guardare nella giusta direzione».
Lo sforzo, pertanto, che viene richiesto a ciascun devoto è quello di impegnarsi per lasciare ai posteri un mondo più sereno. Per far fronte a ciò, occorre un lavoro sinergico che coinvolga tutti i livelli della società, affinché si possano contrastare le nuove forme di schiavitù sociale e psichica e si possano eradicare i conflitti politici e razziali.
Sebbene possa apparire faticoso, si rende necessario imprimere una sterzata all'orientamento di deriva verso cui sta andando la nostra complessa realtà. «Maria di Sovereto veglia sulla nostra città», conclude il vescovo, «Aiutaci a costruire con la forza dello Spirito la nuova civiltà dell'amore».
Al termine della celebrazione eucaristica, la banda ha scortato l'amministrazione comunale, il Comitato Feste Patronali presieduto da Michelangelo Matacchione e la squadra dei timonieri al palazzo di città in piazza IV Novembre: intorno a mezzogiorno e mezzo sono stati, infatti, scambiati con le istituzioni civiche i saluti di rito, di auspicio per la sfilata di questa sera del Carro Trionfale.
I fedeli sono accorsi nella Concattedrale di San Michele Arcangelo per rinvigorirsi con l'ascolto di parole volte all'unione e che spezzino le divisioni fra i singoli. «Quando il Signore comincia il discorso sul vero pane, tutti gli voltano le spalle», ha spiegato Sua Eccellenza, sottolineando come il vero nutrimento non sia soltanto quello materiale da acquistare, ma anche l'altro spirituale di cui godere insieme. «Il cibo durevole è quello dell'amore, dell'umiltà e della vicendevole benevolenza». Non bisogna, dunque, lasciarsi ammaliare da taluni «surrogati per palati».
«Il buon Dio assicura quotidiana e abbondante manna anche per coloro che hanno imprecato contro di Lui», evidenzia Mons. Cornacchia che punta sulla vita eterna come prospettiva di ciò che è duraturo e non effimero. Citando il dottore della chiesa Agostino, si focalizza su come «desiderare una cosa bella significa già gustarla». Si tratta, leggendo tra le righe, di un monito alla stessa collettività per tendere ogni giorno a costruire una comunità ecclesiale vivace e genuina.
Ancora, la lettura del documento del Concilio Vaticano risalente al 1965 esorta anche oggi a «conoscere il mondo in cui viviamo, le sue attese, le sue aspirazioni, la sua umanità», con la sollecitazione a «non stancarsi nel guardare nella giusta direzione».
Lo sforzo, pertanto, che viene richiesto a ciascun devoto è quello di impegnarsi per lasciare ai posteri un mondo più sereno. Per far fronte a ciò, occorre un lavoro sinergico che coinvolga tutti i livelli della società, affinché si possano contrastare le nuove forme di schiavitù sociale e psichica e si possano eradicare i conflitti politici e razziali.
Sebbene possa apparire faticoso, si rende necessario imprimere una sterzata all'orientamento di deriva verso cui sta andando la nostra complessa realtà. «Maria di Sovereto veglia sulla nostra città», conclude il vescovo, «Aiutaci a costruire con la forza dello Spirito la nuova civiltà dell'amore».
Al termine della celebrazione eucaristica, la banda ha scortato l'amministrazione comunale, il Comitato Feste Patronali presieduto da Michelangelo Matacchione e la squadra dei timonieri al palazzo di città in piazza IV Novembre: intorno a mezzogiorno e mezzo sono stati, infatti, scambiati con le istituzioni civiche i saluti di rito, di auspicio per la sfilata di questa sera del Carro Trionfale.