FIDAPPIA
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Nasce FIDAPPIA, c'è anche la FIDAPA Terlizzi

A Venosa presentato il progetto con coinvolge anche le sezioni di Altamura, Canosa e Corato

È stato presentato a Venosa il progetto FIDAPPIA, che unirà le sezioni FIDAPA di Terlizzi, Venosa, Altamura, Canosa e Corato, unite dalla storia millenaria della via Appia.
Le ragioni e le origini del progetto ed il racconto della giornata lucana nella nota del gruppo della città dei fiori guidato dalla presidente Lucia Vendola.

«Regina viarum, così è stata definita nel I secolo d.C. dal poeta Stazio la via Appia, la strada più importante del mondo romano che congiunge Roma a Brindisi e meritevole di altri prestigiosi appellativi attribuiti dagli autori latini, ovvero insignis, nobilis, celeberrima. Oggi sito UNESCO, patrimonio dell'Umanità. Il 5^ per la regione Puglia, dopo Castel del Monte, sancito a Nuova Delhi il 24 luglio scorso. Il riconoscimento interessa il percorso integrale della via Appia e comprende anche il tratto Traianeo che si snoda da Beneventum per Herdonia, Canusium, Rubi, Butuntum, Barium sino a Brundisium.

In questo contesto si colloca il progetto FIDAPPIA, dalla felice intuizione delle presidenti Maristella Turriziani e Margherita di Rocco, rispettivamente delle sezioni FIDAPA BPW di Terracina e di Gaeta-Formia-Minturno del Distretto Centro nel Biennio 2023-25. La mozione, sostenuta con entusiasmo dal CdP nazionale, presidente Concetta Corallo e past Presidente Fiammetta Perrone, genera la stesura e diffusione del Protocollo Fidappia.
All'ambizioso progetto nazionale, che si inserisce a pieno titolo nel tema internazionale 2021-2024, "New actions through cooperation", hanno aderito per il Distretto SUD EST, le sezioni Fidapa di Altamura, Canosa, Corato, Terlizzi e Venosa. Ed è proprio nell'incantevole città di Venosa che sabato 9 novembre si è svolta la cerimonia di firma del protocollo Fidappia da parte delle Presidenti e Past Presidenti delle sezioni sopramenzionate, alla presenza delle autorità Fidapa, Anna Maria Turchetti, Segretaria Nazionale e Past Presidente Distretto Centro, Fiammetta Perrone Past Presidente Nazionale, la presidente del Distretto Sud Est, Maria Nuccio Past Presidente Distretto Sud-Est, Elisabetta Grande Presidente del Distretto Sud Est. Presente anche il Sindaco di Venosa, Francesco Mollica, firmatario del Protocollo.

Nel corso della cerimonia, resa coinvolgente e dinamica dalla presidente della sezione Fidapa di Venosa, Maria Rosaria De Vincentis, alla quale esprimiamo gratitudine ed affetto per l'impeccabile accoglienza, sono intervenute la dott.ssa Angela Maria Ferroni, responsabile tecnico scientifico candidatura Unesco Via Appia e la prof.ssa Maria Luisa Marchi, Ordinario di Topografia Antica presso l'Università di Foggia.

Nella prima lectio la dott.ssa Ferroni ha illustrato l'iter e la criteriologia di riferimento per il conseguimento del prestigioso riconoscimento. "La via -dichiara la Ferroni- rappresenta una sorta di summa delle grandiose e durevoli opere ingegneristiche della civiltà romana, come ponti ed acquedotti. Una via a continuità di vita che, percorsa nel Medioevo da pellegrini in cammino lungo la via Francigena e dai crociati diretti verso la Terra Santa, rappresenta un flusso culturale che va tutelato e rivitalizzato. Insomma l'Appia ha un forte valore simbolico, mantenuto vivo nel tempo da autori ed artisti attraverso la letteratura e l'arte.
Il secondo intervento, a cura della prof.ssa Maria Luisa Marchi ha ricostruito con sapienza scientifica il percorso della Via Appia Antica che da Benevento attraverso Venosa prosegue verso Taranto e quindi raggiunge Brindisi.

Insomma l'impegno corale delle Presidenti e Past Presidenti presenti è uno solo: Cammininare insieme sulla via Appia - Traiana con il fine di valorizzare l'identità del territorio percorso dalla celebre via. Un obiettivo ambizioso che richiede la collaborazione delle Amministrazioni locali e delle Associazioni culturali delle città che insistono su questa importante direttiva. Di certo una grande occasione per stabilire nuove rel-azioni attraverso la cooperazione».
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