Economia
«No all'olio contraffatto, no al prodotto estero»
Per Coldiretti bisogna proteggere l'annata positiva per l'olio pugliese
Terlizzi - mercoledì 11 novembre 2015
Sette grandi marchi dell'olio (recentemente acquisiti da gruppi aziendali stranieri) sono accusati di aver messo in vendita come extravergine quello che in realtà era semplice olio di oliva, meno pregiato. La Coldiretti Puglia dichiara guerra all'olio d'importazione. No secco all'invasione di prodotto esterno. Il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele: «Non consentiremo che l'annata olearia in corso, dopo un 2014 da dimenticare, venga "sporcata" e gravemente danneggiata da importazioni selvagge e speculazioni incontrollate, in barba ai produttori, alla salute dei consumatori e al "made in Italy"».
In Puglia si stima per la campagna olivicola 2015/2016 una produzione sui 170.000 quintali (- 8% rispetto alla media), quindi con un forte recupero rispetto alla campagna precedente (+30%) e una qualità pregevole. Di qualità eccellente in particolare la produzione olivicola nelle aree di Bari. BAT e Foggia e una produzione del genere va assolutamente tutelata e messa in protezione rispetto al mercato parallelo di oli d'oliva, provenienti magari da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, utilizzando il marchio "made in Italy", a danno dell'imprenditoria agricola pugliese e dei consumatori".
In Puglia si stima per la campagna olivicola 2015/2016 una produzione sui 170.000 quintali (- 8% rispetto alla media), quindi con un forte recupero rispetto alla campagna precedente (+30%) e una qualità pregevole. Di qualità eccellente in particolare la produzione olivicola nelle aree di Bari. BAT e Foggia e una produzione del genere va assolutamente tutelata e messa in protezione rispetto al mercato parallelo di oli d'oliva, provenienti magari da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, utilizzando il marchio "made in Italy", a danno dell'imprenditoria agricola pugliese e dei consumatori".