Attualità
Occlusione intestinale: a Terlizzi ci sono sale operatorie, ma viene trasportato d'urgenza a Putignano
Ancora un paradosso per la sanità del nord barese, il sindaco Gemmato: basta con le parole
Terlizzi - venerdì 11 maggio 2018
8.02
«Quando si parla di emergenze e di servizi per la salute credo che si debba andare oltre le parole e guardare alla pelle delle persone. Attraverso le promesse ci siamo già passati un anno e mezzo fa, adesso è tempo solo di passare a scelte efficaci, tempestive ed effettive». È quanto dichiara il sindaco Ninni Gemmato commentando alcune notizie di stampa apparse nei giorni scorsi - finora non confermate però da fonti ufficiali - riguardanti il futuro del Pronto Soccorso di Terlizzi.
«È del tutto evidente che la cancellazione di un pronto soccorso che fa oltre 12 mila accessi all'anno o è una svista o è una follia politica» dice il sindaco Gemmato. «Ad oggi tuttavia non abbiamo nessuna risposta ufficiale. Il tema dell'offerta di salute nel Nord Barese resta quindi sempre lo stesso: qualche giorno fa un paziente affetto da occlusione intestinale che si era recato al Pronto Soccorso di Terlizzi è stato costretto a un trasferimento a 80 chilometri di distanza, presso l'ospedale di Putignano, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico di emergenza che a Terlizzi non è più consentito, nonostante ci siano sale operatorie nuove e mai inaugurate. Queste sono storie che nessuno racconta ma che avvengono per davvero, storie che riguardano la pelle dei cittadini e che questo territorio non è più disposto a sopportare»
«In un raggio di 25 chilometri ci sono città popolose come Terlizzi, Molfetta, Corato, Ruvo, Giovinazzo, in cui anche l'ordinario rischia di diventare un viaggio della speranza. Parliamo di un territorio che conta quasi 200 mila abitanti e che ancora oggi resta totalmente sprovvisto di servizi essenziali per la vita delle persone tra cui la Rianimazione e l'Unità di terapia intensiva Coronarica. Quello che c'è da fare dunque è chiaro - conclude il sindaco - : la Asl e la Regione Puglia devono assumersi la responsabilità di dotare il Nord Barese di un progetto serio e di risorse economiche per individuare un presidio ospedaliero di primo livello efficiente e completo. Nelle more è necessario non solo lasciare inalterate le attuali dotazioni infrastrutturali e professionali, dotando questo territorio di una Rianimazione, di una Utic e tutte le unità operative necessarie per un'offerta di salute degna di un paese civile. In questa direzione andrà avanti il mio impegno personale, politico e istituzionale affinché tutte le forze politiche e le espressioni della società civile del Nord Barese si uniscano in una sola forza».
«È del tutto evidente che la cancellazione di un pronto soccorso che fa oltre 12 mila accessi all'anno o è una svista o è una follia politica» dice il sindaco Gemmato. «Ad oggi tuttavia non abbiamo nessuna risposta ufficiale. Il tema dell'offerta di salute nel Nord Barese resta quindi sempre lo stesso: qualche giorno fa un paziente affetto da occlusione intestinale che si era recato al Pronto Soccorso di Terlizzi è stato costretto a un trasferimento a 80 chilometri di distanza, presso l'ospedale di Putignano, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico di emergenza che a Terlizzi non è più consentito, nonostante ci siano sale operatorie nuove e mai inaugurate. Queste sono storie che nessuno racconta ma che avvengono per davvero, storie che riguardano la pelle dei cittadini e che questo territorio non è più disposto a sopportare»
«In un raggio di 25 chilometri ci sono città popolose come Terlizzi, Molfetta, Corato, Ruvo, Giovinazzo, in cui anche l'ordinario rischia di diventare un viaggio della speranza. Parliamo di un territorio che conta quasi 200 mila abitanti e che ancora oggi resta totalmente sprovvisto di servizi essenziali per la vita delle persone tra cui la Rianimazione e l'Unità di terapia intensiva Coronarica. Quello che c'è da fare dunque è chiaro - conclude il sindaco - : la Asl e la Regione Puglia devono assumersi la responsabilità di dotare il Nord Barese di un progetto serio e di risorse economiche per individuare un presidio ospedaliero di primo livello efficiente e completo. Nelle more è necessario non solo lasciare inalterate le attuali dotazioni infrastrutturali e professionali, dotando questo territorio di una Rianimazione, di una Utic e tutte le unità operative necessarie per un'offerta di salute degna di un paese civile. In questa direzione andrà avanti il mio impegno personale, politico e istituzionale affinché tutte le forze politiche e le espressioni della società civile del Nord Barese si uniscano in una sola forza».