Vita di città
Oltre 1 milione di euro da recuperare, ma il consiglio comunale decide di non decidere
Sul caso Censum nessun parere dall'avvocato del Comune, è l'aula rinvia a data da destinarsi
Terlizzi - mercoledì 11 marzo 2015
7.13
Meglio accettare un appartamento di 340 metri quadri alla periferia di Rutigliano, del valore presunto (tutto da verificare) di 450 mila euro oppure sarebbe meglio continuare ad andare avanti con i pignoramenti col rischio molto probabile di far fallire definitivamente la Censum Spa? Ruota attorno a questo quesito il consiglio comunale monotematico di ieri sera.
L'aula è quasi al completo, sui banchi delle opposizioni ricompaiono tutti gli esponenti delle minoranze, anche quelli come Vincenzo di Tria (Pd-Uniti a Sinistra) e Michele Cannetta (Città Civile) che le altre volte erano usciti dall'aula per protesta contro la "mancata trasparenza" degli atti. E questa resta forse l'unica vera notizia della serata.
In aula tra il pubblico ci sono gli ex impiegati della Censum, beffati e arrabbiati. Accanto al sindaco, invece, siede l'avvocato del comune: Ugo Patroni Griffi mette in chiaro le cose come stanno eppure a chi gli chiede un parere, un consiglio su come meglio procedere, risponde che il suo lavoro è terminato, che non è in condizioni di dare pareri, che ogni strada ha dei rischi, che si tratta di una valutazione economica-patrimoniale che spetta al consiglio comunale.
E però sul caso Censum, sul caso cioè della concessionaria dei tributi che si è tenuta oltre 1 milione di euro di denaro dei terlizzesi, tasse e imposte riscosse e mai versate al Comune, su questo sfregio il consiglio comunale decide di non decidere. Tutto rinviato a data da destinarsi. I consiglieri chiedono di leggere i bilanci della ditta, pur sapendo che la Censum dal 2013 non ha mai depositato i propri bilanci. Tutti d'accordo, maggioranza e opposizione votano insieme, per il momento nessuna decisione, meglio prendere tempo.
La scelta peraltro non è nemmeno semplice: accettare l'appartamento come parziale risarcimento significa di fatto accontentarsi, significa continuare a trattare con chi si è dimostrato inaffidabile, significa d'altra parte prendere quello che al momento si è certi di poter prendere rinunciando agli atti di forza in tribunale. E' vero troppo poco rispetto ai soldi che mancano, ma sarebbe scegliere il certo per l'incerto.
Prima del consiglio comunale il sindaco Gemmato riceve una lettera strappalacrime dell'avvocato della Censum. Nella missiva l'azienda auspica comprensione da parte del consiglio comunale, spera che Terlizzi possa accettare un compromesso e rinunciare ai pignoramenti altrimenti - scrive l'avvocato della Censum spa - domani stesso l'ex concessionaria andrà in tribunale per dichiarare autofallimento, è solo un tentativo disperato per fermare i pignoramenti. Per il momento resta lo stallo. Dopodiché sarà tutto da vedere.
L'aula è quasi al completo, sui banchi delle opposizioni ricompaiono tutti gli esponenti delle minoranze, anche quelli come Vincenzo di Tria (Pd-Uniti a Sinistra) e Michele Cannetta (Città Civile) che le altre volte erano usciti dall'aula per protesta contro la "mancata trasparenza" degli atti. E questa resta forse l'unica vera notizia della serata.
In aula tra il pubblico ci sono gli ex impiegati della Censum, beffati e arrabbiati. Accanto al sindaco, invece, siede l'avvocato del comune: Ugo Patroni Griffi mette in chiaro le cose come stanno eppure a chi gli chiede un parere, un consiglio su come meglio procedere, risponde che il suo lavoro è terminato, che non è in condizioni di dare pareri, che ogni strada ha dei rischi, che si tratta di una valutazione economica-patrimoniale che spetta al consiglio comunale.
E però sul caso Censum, sul caso cioè della concessionaria dei tributi che si è tenuta oltre 1 milione di euro di denaro dei terlizzesi, tasse e imposte riscosse e mai versate al Comune, su questo sfregio il consiglio comunale decide di non decidere. Tutto rinviato a data da destinarsi. I consiglieri chiedono di leggere i bilanci della ditta, pur sapendo che la Censum dal 2013 non ha mai depositato i propri bilanci. Tutti d'accordo, maggioranza e opposizione votano insieme, per il momento nessuna decisione, meglio prendere tempo.
La scelta peraltro non è nemmeno semplice: accettare l'appartamento come parziale risarcimento significa di fatto accontentarsi, significa continuare a trattare con chi si è dimostrato inaffidabile, significa d'altra parte prendere quello che al momento si è certi di poter prendere rinunciando agli atti di forza in tribunale. E' vero troppo poco rispetto ai soldi che mancano, ma sarebbe scegliere il certo per l'incerto.
Prima del consiglio comunale il sindaco Gemmato riceve una lettera strappalacrime dell'avvocato della Censum. Nella missiva l'azienda auspica comprensione da parte del consiglio comunale, spera che Terlizzi possa accettare un compromesso e rinunciare ai pignoramenti altrimenti - scrive l'avvocato della Censum spa - domani stesso l'ex concessionaria andrà in tribunale per dichiarare autofallimento, è solo un tentativo disperato per fermare i pignoramenti. Per il momento resta lo stallo. Dopodiché sarà tutto da vedere.