Attualità
Pietrofrancesco De Palo: l'ex detenuto di origini terlizzesi in cerca di un lavoro e una casa
Vive in Toscana, ma ha chiesto aiuto anche alla redazione di TerlizziViva
Terlizzi - lunedì 25 marzo 2024
06.30
Un desiderio di riscatto personale per la costruzione di una nuova strada maestra si accende ogni giorno di più nell'ex detenuto Pietrofrancesco De Palo, quarantatreenne originario di Terlizzi e con radici anche bitontine, il quale da diversi anni si è insediato in Toscana, a Grosseto. Una vita tormentata e segnata da profondi dolori che adesso necessita di essere ribaltata all'insegna di opportunità da cogliere.
La redazione di TerlizziViva si è occupata di Pietrofrancesco già nel 2017 (https://www.terlizziviva.it/notizie/vive-in-auto-da-una-settimana-la-storia-di-pietro-un-terlizzese-a-grosseto/; https://www.terlizziviva.it/notizie/il-cuore-di-terlizzi-per-pietro-il-terlizzese-che-dorme-in-auto-da-una-settimana/) quando si rivolse alla testata in cerca di aiuto, poiché dormiva in un'automobile per aver perso il lavoro e la casa. L'intera sua storia è complessa, ma ha raggiunto l'apice più disperato con la condanna alla reclusione di tre anni nella casa circondariale di Massa Marittima: per via di un incidente stradale, la madre di Pietrofrancesco perse la vita nella vettura in cui lo stesso era alla guida.
Dopo aver espiato la pena, Pietrofrancesco è tornato in libertà, trovando una sistemazione di fortuna nel dormitorio grossetano per senza fissa dimora e beneficiando di pasti caldi offerti dalla Caritas del posto. Domenica prossima, 31 marzo, però, sarà l'ultimo giorno in cui potrà avere un tetto sopra la testa; dopodiché non avrà dove andare.
È proprio per fronteggiare questa situazione di aggravamento del disagio che Pietrofrancesco ha nuovamente lanciato un appello di solidarietà a TerlizziViva: il suo auspicio più grande è trovare un lavoro onesto che gli consenta di essere utile alla collettività e vivere dignitosamente. In un'intervista rilasciata la scorsa settimana a Tv9, emittente locale maremmana, ha dichiarato di essersi candidato a diverse posizioni, come lavapiatti o guardiano notturno, ma non ha ancora ricevuto risposta.
Un tempo camionista, gli piacerebbe nuovamente frequentare la scuola guida per poter ottenere la patente, almeno quella B, dato che gli fu revocata a causa dell'omicidio colposo. Per poter conseguirla, tuttavia, è necessario prima assicurarsi un'occupazione lavorativa che gli consenta di sostenere le dovute spese.
Pietrofrancesco si sente molto solo al momento, dal momento che anche sul versante familiare le cose sono precipitate. Non ha, infatti, più contatti con sua moglie e il recupero di un rapporto continuo col figlio minorenne richiede che ci sia a monte la garanzia di stabilità economica ed emotiva.
Non solo per sé stesso, quindi, ma pure per il suo bambino che Pietrofrancesco anela a stendere un nuovo capitolo della sua esistenza che possa improntarsi a una quotidianità regolare e genuina.
Peraltro coltiva la passione della scrittura: ha steso una sua autobiografia, densa di dettagli sugli anni difficili che ha dovuto affrontare sin da giovane. È alla ricerca di un editore che possa pubblicare il suo libro, in modo da condividere con i lettori le asperità che lo hanno forgiato, da cui ha tratto gli insegnamenti per evolversi come persona.
In carcere, poi, lo scorso anno ha vinto con una poesia molto suggestiva il premio "Mariella Gennai", dedicato alla figura di una donna toscana forte, scomparsa prematuramente all'età di quarantasei anni: è stata, infatti, educatrice in centri per adolescenti e soggetti svantaggiati, consigliere comunale e provinciale. "La danza lenta della vita" è il componimento poetico di Pietrofrancesco, che assurge a riflessione sull'importanza della "lentezza", per non essere fagocitati dai ritmi frenetici cui si è abituati.
Il Comune di Grosseto, comunque, non è indifferente alle sofferenze dei suoi abitanti, tanto che in circostanze di fragilità attiva prontamente il servizio sociale che mantiene relazioni continuative con chi versa in stato di bisogno.
Lo ha chiarito Tania Barbi, direttrice del Coeso Società della Salute di Grosseto, «Il nostro obiettivo è quello di dare risposta alle esigenze dei cittadini che si rivolgono al servizio sociale, andando ad individuare un progetto condiviso, che prevede anche la collaborazione dell'interessato, che porti alla fuoriuscita dallo stato di bisogno. Nel caso di bisogni abitativi si può fare ricorso agli alloggi di emergenza abitativa, per i quali esiste una graduatoria di assegnazione sulla base di un regolamento che tiene conto di vari criteri e, inoltre, si può contribuire alla ricerca di un alloggio in affitto, qualora si condividano con l'interessato una serie di iniziative volte al reinserimento nella comunità».
L'oscurità, dunque, può essere squarciata da spiragli di luce offerti dalle stesse istituzioni, a patto, naturalmente, che il soggetto sia intenzionato a cooperare. «In alcuni casi, quando si verifica anche un bisogno di tipo lavorativo, è possibile attivare degli inserimenti lavorativi che, ovviamente, devono poi essere portati avanti dalla persona. La logica è sostenere chi vuole reinserirsi con progettualità e interventi, sulla base delle risorse di cui disponiamo, ma sempre in accordo e di concerto con la persona. Chi entra nei nostri percorsi ha poi un rapporto costante con l'assistente sociale di riferimento», conclude Barbi che in breve e in termini generali ha illustrato le possibilità volte a un reinserimento in società a seguito di una rieducazione dell'ex reo.
Di seguito, si propongono i versi delicati e intensi de "La danza lenta della vita" di Pietrofrancesco De Palo:
"Hai mai guardato i bambini
in un girotondo?
Ho ascoltato il rumore della pioggia
quando colpisce la terra.
Ho seguito il volo irregolare di una farfalla
ho osservato il sole allo svanire della notte.
Faresti meglio a rallentare
non andare così veloce.
Il tempo è breve
la musica non durerà.
Attraversi ogni giorno al volo
quando dici "come stai?"
ascolti la risposta?
Quando la giornata è finita
ti stendi sul tuo letto
con migliaia di pensieri molesti
che ti passano per la testa?
Faresti meglio a rallentare
non danzare così veloce
il tempo è breve
la musica non durerà.
Hai mai detto a nostro figlio
"Lo faremo domani"
senza notare nella fretta
il suo dispiacere?
Hai mai perso il contatto
con una buona amicizia che poi è finita
perché tu non avevi mai avuto tempo
di chiamare e dire "ciao"?
Faresti meglio a rallentare
non danzare così veloce.
Il tempo è breve
la musica non durerà.
Quando corri così veloce
per giungere da qualche parte
ti perdi la metà del piacere di andarci.
Quando sei inquieta e corri
tutto il giorno,
è come un regalo mai aperto,
gettato via.
La vita non è una corsa.
Prendila più piano,
ascolta la musica
prima che la canzone sia finita".
La redazione di TerlizziViva si è occupata di Pietrofrancesco già nel 2017 (https://www.terlizziviva.it/notizie/vive-in-auto-da-una-settimana-la-storia-di-pietro-un-terlizzese-a-grosseto/; https://www.terlizziviva.it/notizie/il-cuore-di-terlizzi-per-pietro-il-terlizzese-che-dorme-in-auto-da-una-settimana/) quando si rivolse alla testata in cerca di aiuto, poiché dormiva in un'automobile per aver perso il lavoro e la casa. L'intera sua storia è complessa, ma ha raggiunto l'apice più disperato con la condanna alla reclusione di tre anni nella casa circondariale di Massa Marittima: per via di un incidente stradale, la madre di Pietrofrancesco perse la vita nella vettura in cui lo stesso era alla guida.
Dopo aver espiato la pena, Pietrofrancesco è tornato in libertà, trovando una sistemazione di fortuna nel dormitorio grossetano per senza fissa dimora e beneficiando di pasti caldi offerti dalla Caritas del posto. Domenica prossima, 31 marzo, però, sarà l'ultimo giorno in cui potrà avere un tetto sopra la testa; dopodiché non avrà dove andare.
È proprio per fronteggiare questa situazione di aggravamento del disagio che Pietrofrancesco ha nuovamente lanciato un appello di solidarietà a TerlizziViva: il suo auspicio più grande è trovare un lavoro onesto che gli consenta di essere utile alla collettività e vivere dignitosamente. In un'intervista rilasciata la scorsa settimana a Tv9, emittente locale maremmana, ha dichiarato di essersi candidato a diverse posizioni, come lavapiatti o guardiano notturno, ma non ha ancora ricevuto risposta.
Un tempo camionista, gli piacerebbe nuovamente frequentare la scuola guida per poter ottenere la patente, almeno quella B, dato che gli fu revocata a causa dell'omicidio colposo. Per poter conseguirla, tuttavia, è necessario prima assicurarsi un'occupazione lavorativa che gli consenta di sostenere le dovute spese.
Pietrofrancesco si sente molto solo al momento, dal momento che anche sul versante familiare le cose sono precipitate. Non ha, infatti, più contatti con sua moglie e il recupero di un rapporto continuo col figlio minorenne richiede che ci sia a monte la garanzia di stabilità economica ed emotiva.
Non solo per sé stesso, quindi, ma pure per il suo bambino che Pietrofrancesco anela a stendere un nuovo capitolo della sua esistenza che possa improntarsi a una quotidianità regolare e genuina.
Peraltro coltiva la passione della scrittura: ha steso una sua autobiografia, densa di dettagli sugli anni difficili che ha dovuto affrontare sin da giovane. È alla ricerca di un editore che possa pubblicare il suo libro, in modo da condividere con i lettori le asperità che lo hanno forgiato, da cui ha tratto gli insegnamenti per evolversi come persona.
In carcere, poi, lo scorso anno ha vinto con una poesia molto suggestiva il premio "Mariella Gennai", dedicato alla figura di una donna toscana forte, scomparsa prematuramente all'età di quarantasei anni: è stata, infatti, educatrice in centri per adolescenti e soggetti svantaggiati, consigliere comunale e provinciale. "La danza lenta della vita" è il componimento poetico di Pietrofrancesco, che assurge a riflessione sull'importanza della "lentezza", per non essere fagocitati dai ritmi frenetici cui si è abituati.
Il Comune di Grosseto, comunque, non è indifferente alle sofferenze dei suoi abitanti, tanto che in circostanze di fragilità attiva prontamente il servizio sociale che mantiene relazioni continuative con chi versa in stato di bisogno.
Lo ha chiarito Tania Barbi, direttrice del Coeso Società della Salute di Grosseto, «Il nostro obiettivo è quello di dare risposta alle esigenze dei cittadini che si rivolgono al servizio sociale, andando ad individuare un progetto condiviso, che prevede anche la collaborazione dell'interessato, che porti alla fuoriuscita dallo stato di bisogno. Nel caso di bisogni abitativi si può fare ricorso agli alloggi di emergenza abitativa, per i quali esiste una graduatoria di assegnazione sulla base di un regolamento che tiene conto di vari criteri e, inoltre, si può contribuire alla ricerca di un alloggio in affitto, qualora si condividano con l'interessato una serie di iniziative volte al reinserimento nella comunità».
L'oscurità, dunque, può essere squarciata da spiragli di luce offerti dalle stesse istituzioni, a patto, naturalmente, che il soggetto sia intenzionato a cooperare. «In alcuni casi, quando si verifica anche un bisogno di tipo lavorativo, è possibile attivare degli inserimenti lavorativi che, ovviamente, devono poi essere portati avanti dalla persona. La logica è sostenere chi vuole reinserirsi con progettualità e interventi, sulla base delle risorse di cui disponiamo, ma sempre in accordo e di concerto con la persona. Chi entra nei nostri percorsi ha poi un rapporto costante con l'assistente sociale di riferimento», conclude Barbi che in breve e in termini generali ha illustrato le possibilità volte a un reinserimento in società a seguito di una rieducazione dell'ex reo.
Di seguito, si propongono i versi delicati e intensi de "La danza lenta della vita" di Pietrofrancesco De Palo:
"Hai mai guardato i bambini
in un girotondo?
Ho ascoltato il rumore della pioggia
quando colpisce la terra.
Ho seguito il volo irregolare di una farfalla
ho osservato il sole allo svanire della notte.
Faresti meglio a rallentare
non andare così veloce.
Il tempo è breve
la musica non durerà.
Attraversi ogni giorno al volo
quando dici "come stai?"
ascolti la risposta?
Quando la giornata è finita
ti stendi sul tuo letto
con migliaia di pensieri molesti
che ti passano per la testa?
Faresti meglio a rallentare
non danzare così veloce
il tempo è breve
la musica non durerà.
Hai mai detto a nostro figlio
"Lo faremo domani"
senza notare nella fretta
il suo dispiacere?
Hai mai perso il contatto
con una buona amicizia che poi è finita
perché tu non avevi mai avuto tempo
di chiamare e dire "ciao"?
Faresti meglio a rallentare
non danzare così veloce.
Il tempo è breve
la musica non durerà.
Quando corri così veloce
per giungere da qualche parte
ti perdi la metà del piacere di andarci.
Quando sei inquieta e corri
tutto il giorno,
è come un regalo mai aperto,
gettato via.
La vita non è una corsa.
Prendila più piano,
ascolta la musica
prima che la canzone sia finita".