Politica
Sarà la Markas a gestire il servizio mensa nelle scuole? Scoppia la polemica
Uniti a Sinistra: «È aberrante anche la scelta di non utilizzare la cucina comunale della scuola Pacecco»
Terlizzi - giovedì 2 aprile 2015
19.27
Scoppia la polemica sulla mensa scolastica per i bambini. «Cosa mangeranno l'anno prossimo i nostri bambini? E come sarà gestito il servizio di mensa scolastica? Sarà migliore di quello che è stato garantito dal Comune negli ultimi anni?» Sono gli interrogativi lanciati, attraverso una nota stampa, dal movimento Uniti a Sinistra.
«Abbiamo più volte dato voce ai genitori dei bambini che usufruiscono del servizio mensa nelle scuole materne cittadine e nella primaria a tempo pieno, che ne denunciavano le criticità e a loro dire la scadente qualità del cibo, ma oggi che sta cambiando la ditta che somministrerà i pasti nei prossimi anni scolastici, sentiamo il dovere di far squillare un campanello d'allarme. Il Movimento Uniti a Sinistra - continua la nota - ha voluto rendersi interprete dei dubbi dei cittadini, curiosando sulla procedura di affidamento del servizio per i prossimi 3 anni, che è stata lunga e travagliata per i soliti inciampi del Comune di Terlizzi che prima ha fatto partire la gara ad ottobre scorso e poi ha annullato tutto.
Il risultato è che ancora oggi non c'è la ditta aggiudicataria. O forse si, se alla fine delle verifiche che gli uffici comunali stanno compiendo, dovesse essere confermata la ditta che ha fatto la migliore offerta: la Markas di Bolzano.
Ebbene sì, sarà una ditta di Bolzano a somministrare gli 800 pasti ai bambini di Terlizzi e già questo provoca sentimenti contrastanti. Qualcuno potrebbe dire di non fidarsi perché è meglio avere una ditta della nostra zona, e qualcuno potrebbe addirittura preferire chi viene da Bolzano.»
Per il movimento Uniti a Sinistra «c'è anche chi leggendo i giornali di questi ultimi mesi è preoccupato che possa succedere ciò che è avvenuto a Brindisi, dove la Markas si è aggiudicata il servizio di refezione e poi ha lasciato gli alunni per lunghe settimane senza pasti perché non trovava un centro dove cuocere i pasti, e poi una volta che l'aveva trovato se l'è visto sequestrato dalla magistratura perché inidoneo. Ma ci sono altre questioni che dovrebbero impensierire i genitori dei piccoli utenti della mensa: non c'è nessun riferimento ai prodotti cosiddetti a "chilometro zero" che avrebbero coinvolto i produttori locali, né uno studio serio del menù da somministrare che non è stato neanche condiviso con le rappresentanze dei genitori delle scuole, così come è stata data scarsa importanza agli alimenti biologici.»
«È aberrante anche la scelta di non utilizzare la cucina comunale della scuola Pacecco (che volutamente l'amministrazione Gemmato non ha adeguato alle norme e abbandonato), demandando alla ditta la preparazione dei cibi in un suo centro di cottura, che potrà distare da Terlizzi anche 40 minuti di percorrenza. Questa scelta di permettere la cottura lontano da Terlizzi, renderà meno appetibili i pasti, che nel lungo trasporto si raffredderanno e cambieranno sapore e renderà meno controllabile da parte dei genitori il processo di preparazione. C'è un ultimo particolare non secondario che riguarda il personale impiegato nella cottura e nella somministrazione dei pasti. Anche questa volta l'insensibilità dell'amministrazione comunale emerge platealmente e così come è già avvenuto per i lavoratori della manutenzione del Verde Pubblico, anche questa volta si cerca di buttar fuori le lavoratrici (sono tutte donne) facendo venir meno le tutele che le avrebbero garantite nel cambio di gestione.»
«Nel passaggio dalla ditta Pastore alla Markas, tutte le lavoratrici avrebbero dovuto transitare senza problemi mantenendo il loro posto di lavoro, così come previsto dai Contratti Collettivi Nazionali. Ma a Terlizzi da quando amministra Gemmato le cose vanno diversamente, e la salvaguardia dei posti di lavoro è stata degradata a semplice "Disponibilità all'assunzione del personale impiegato nell'espletamento del servizio dall'appaltatore uscente nella misura minima del 30%". Tradotto dal burocratese, solo il 30% dei dipendenti della vecchia ditta verranno riassorbiti dalla nuova, che sarà libera di assumere a suo piacimento le altre unità, magari con lo stesso metodo con il quale oggi a Terlizzi si stanno assumendo i netturbini, per simpatia o appartenenza. Lasciamo ai sindacati dei lavoratori il compito di difendere i loro diritti e di scongiurare il meccanismo delle clientele politiche.»
«Ma - conclude la nota - chiediamo ai cittadini genitori una maggiore attenzione su quanto viene fatto a loro spese e a danno dei propri figli, perché questa volta si tratta della salute dei bambini.
«Abbiamo più volte dato voce ai genitori dei bambini che usufruiscono del servizio mensa nelle scuole materne cittadine e nella primaria a tempo pieno, che ne denunciavano le criticità e a loro dire la scadente qualità del cibo, ma oggi che sta cambiando la ditta che somministrerà i pasti nei prossimi anni scolastici, sentiamo il dovere di far squillare un campanello d'allarme. Il Movimento Uniti a Sinistra - continua la nota - ha voluto rendersi interprete dei dubbi dei cittadini, curiosando sulla procedura di affidamento del servizio per i prossimi 3 anni, che è stata lunga e travagliata per i soliti inciampi del Comune di Terlizzi che prima ha fatto partire la gara ad ottobre scorso e poi ha annullato tutto.
Il risultato è che ancora oggi non c'è la ditta aggiudicataria. O forse si, se alla fine delle verifiche che gli uffici comunali stanno compiendo, dovesse essere confermata la ditta che ha fatto la migliore offerta: la Markas di Bolzano.
Ebbene sì, sarà una ditta di Bolzano a somministrare gli 800 pasti ai bambini di Terlizzi e già questo provoca sentimenti contrastanti. Qualcuno potrebbe dire di non fidarsi perché è meglio avere una ditta della nostra zona, e qualcuno potrebbe addirittura preferire chi viene da Bolzano.»
Per il movimento Uniti a Sinistra «c'è anche chi leggendo i giornali di questi ultimi mesi è preoccupato che possa succedere ciò che è avvenuto a Brindisi, dove la Markas si è aggiudicata il servizio di refezione e poi ha lasciato gli alunni per lunghe settimane senza pasti perché non trovava un centro dove cuocere i pasti, e poi una volta che l'aveva trovato se l'è visto sequestrato dalla magistratura perché inidoneo. Ma ci sono altre questioni che dovrebbero impensierire i genitori dei piccoli utenti della mensa: non c'è nessun riferimento ai prodotti cosiddetti a "chilometro zero" che avrebbero coinvolto i produttori locali, né uno studio serio del menù da somministrare che non è stato neanche condiviso con le rappresentanze dei genitori delle scuole, così come è stata data scarsa importanza agli alimenti biologici.»
«È aberrante anche la scelta di non utilizzare la cucina comunale della scuola Pacecco (che volutamente l'amministrazione Gemmato non ha adeguato alle norme e abbandonato), demandando alla ditta la preparazione dei cibi in un suo centro di cottura, che potrà distare da Terlizzi anche 40 minuti di percorrenza. Questa scelta di permettere la cottura lontano da Terlizzi, renderà meno appetibili i pasti, che nel lungo trasporto si raffredderanno e cambieranno sapore e renderà meno controllabile da parte dei genitori il processo di preparazione. C'è un ultimo particolare non secondario che riguarda il personale impiegato nella cottura e nella somministrazione dei pasti. Anche questa volta l'insensibilità dell'amministrazione comunale emerge platealmente e così come è già avvenuto per i lavoratori della manutenzione del Verde Pubblico, anche questa volta si cerca di buttar fuori le lavoratrici (sono tutte donne) facendo venir meno le tutele che le avrebbero garantite nel cambio di gestione.»
«Nel passaggio dalla ditta Pastore alla Markas, tutte le lavoratrici avrebbero dovuto transitare senza problemi mantenendo il loro posto di lavoro, così come previsto dai Contratti Collettivi Nazionali. Ma a Terlizzi da quando amministra Gemmato le cose vanno diversamente, e la salvaguardia dei posti di lavoro è stata degradata a semplice "Disponibilità all'assunzione del personale impiegato nell'espletamento del servizio dall'appaltatore uscente nella misura minima del 30%". Tradotto dal burocratese, solo il 30% dei dipendenti della vecchia ditta verranno riassorbiti dalla nuova, che sarà libera di assumere a suo piacimento le altre unità, magari con lo stesso metodo con il quale oggi a Terlizzi si stanno assumendo i netturbini, per simpatia o appartenenza. Lasciamo ai sindacati dei lavoratori il compito di difendere i loro diritti e di scongiurare il meccanismo delle clientele politiche.»
«Ma - conclude la nota - chiediamo ai cittadini genitori una maggiore attenzione su quanto viene fatto a loro spese e a danno dei propri figli, perché questa volta si tratta della salute dei bambini.