Attualità
Ponte sp 231 fra Terlizzi e Bitonto: lavori fermi
Lavori commissionati dalla Città Metropolitana
Terlizzi - mercoledì 24 ottobre 2018
9.06
Un cantiere "lungo" 5 anni per la costruzione di un ponte che avrebbe dovuto concludersi nel giro di pochi mesi e che invece ha di poco superato la metà dell'intera opera. È la storia del ponte sulla Strada Provinciale 231 che consentirà di collegare i due tratti della Poligonale di Bitonto attualmente separati proprio dalla grande arteria stradale, ma che al momento resta ancora "sospeso" nel nulla.
Alcuni giorni fa la responsabile dell'azienda che gestisce il cantiere la RGN Costruzioni di Bitonto, ha scritto una nota ad alcuni giornali locali in cui ha lamentato, dopo una serie di «intoppi e lungaggini burocratici, tempi morti, calcoli errati, varianti apportate, varie nomine di tecnici da parte dell'Area Metropolitana», un ulteriore «contrattempo dovuto a dei calcoli strutturali errati proprio sul tratto che interessa la Ferrovia Bari Nord» che ha nuovamente sospeso i lavori.
«Si è dovuto attendere tutta la perizia e la relazione dell'Ufficio Tecnico interno all'Ente Ferrovia – si giustificano dalla ditta - che solo l'11 agosto scorso si è espressa con una approvazione della variante proposta e quindi con una autorizzazione alla prosecuzione dei lavori». Dall'11 agosto ad oggi, però, ben poco è cambiato, anche perché l'azienda lamenta anche l'applicazione di tariffe standard, come da tabelle ufficiali del comparto edilizio, non congrue a quelle vigenti di mercato, oltre a un «ritardo dei pagamenti da parte dell'Area Metropolitana e per quota parte anche del Comune di Bitonto».
Ben diversa la versione di Palazzo Gentile che, attraverso il vicesindaco, Rosa Calò, ha fatto sapere che è invece la Città Metropolitana ad aver sollecitato, negli ultimi giorni, l'azienda a «una serie di adempimenti per il prosieguo dell'opera, che segna un forte ritardo rispetto al cronoprogramma iniziale». Stando quanto riferito dalla Calò, l'Amministrazione Abbaticchio da tempo starebbe operando un «costante pressing sulla Città Metropolitana per l'adozione di tutte le azioni necessarie alla ripresa di un cantiere, aperto ormai 5 anni fa e in forte ritardo rispetto ai tempi programmati, estremamente importante per la mobilità del territorio bitontino, essendo destinato a collegare direttamente la S.P. 231 al casello autostradale senza attraversamenti nel centro urbano e senza interferenze con il traffico ferroviario».
«Il sollecito – ha spiegato il vicesindaco – punta in particolare ad ottenere lo sblocco immediato degli adempimenti tecnici (nuovo cronoprogramma e autorizzazione sismica) necessari all'avvio dei lavori di costruzione del ponte ferroviario, per il quale già prima della pausa estiva erano stati compiuti concreti passi in avanti con il nulla osta di Ferrotramviaria SpA, una prima riunione di coordinamento tra impresa, Città Metropolitana e società ferroviaria, e la chiusura del passaggio a livello sulla strada comunale Appia».
«L'auspicio – ha concluso la Calò – è che si giunga ad un effettivo sblocco della situazione e che dopo tante annunciate ripartenze i lavori riprendano celermente e si concludano in tempi ragionevoli, sperando, in ogni caso, che i dirigenti della Città Metropolitana, con i quali siamo in stretto e quotidiano contatto, non si vedano costretti, persistendo l'immobilismo delle impreseaffidatarie dell'appalto, ad attivare la procedura di risoluzione del contratto per gravi inadempienze».
Alcuni giorni fa la responsabile dell'azienda che gestisce il cantiere la RGN Costruzioni di Bitonto, ha scritto una nota ad alcuni giornali locali in cui ha lamentato, dopo una serie di «intoppi e lungaggini burocratici, tempi morti, calcoli errati, varianti apportate, varie nomine di tecnici da parte dell'Area Metropolitana», un ulteriore «contrattempo dovuto a dei calcoli strutturali errati proprio sul tratto che interessa la Ferrovia Bari Nord» che ha nuovamente sospeso i lavori.
«Si è dovuto attendere tutta la perizia e la relazione dell'Ufficio Tecnico interno all'Ente Ferrovia – si giustificano dalla ditta - che solo l'11 agosto scorso si è espressa con una approvazione della variante proposta e quindi con una autorizzazione alla prosecuzione dei lavori». Dall'11 agosto ad oggi, però, ben poco è cambiato, anche perché l'azienda lamenta anche l'applicazione di tariffe standard, come da tabelle ufficiali del comparto edilizio, non congrue a quelle vigenti di mercato, oltre a un «ritardo dei pagamenti da parte dell'Area Metropolitana e per quota parte anche del Comune di Bitonto».
Ben diversa la versione di Palazzo Gentile che, attraverso il vicesindaco, Rosa Calò, ha fatto sapere che è invece la Città Metropolitana ad aver sollecitato, negli ultimi giorni, l'azienda a «una serie di adempimenti per il prosieguo dell'opera, che segna un forte ritardo rispetto al cronoprogramma iniziale». Stando quanto riferito dalla Calò, l'Amministrazione Abbaticchio da tempo starebbe operando un «costante pressing sulla Città Metropolitana per l'adozione di tutte le azioni necessarie alla ripresa di un cantiere, aperto ormai 5 anni fa e in forte ritardo rispetto ai tempi programmati, estremamente importante per la mobilità del territorio bitontino, essendo destinato a collegare direttamente la S.P. 231 al casello autostradale senza attraversamenti nel centro urbano e senza interferenze con il traffico ferroviario».
«Il sollecito – ha spiegato il vicesindaco – punta in particolare ad ottenere lo sblocco immediato degli adempimenti tecnici (nuovo cronoprogramma e autorizzazione sismica) necessari all'avvio dei lavori di costruzione del ponte ferroviario, per il quale già prima della pausa estiva erano stati compiuti concreti passi in avanti con il nulla osta di Ferrotramviaria SpA, una prima riunione di coordinamento tra impresa, Città Metropolitana e società ferroviaria, e la chiusura del passaggio a livello sulla strada comunale Appia».
«L'auspicio – ha concluso la Calò – è che si giunga ad un effettivo sblocco della situazione e che dopo tante annunciate ripartenze i lavori riprendano celermente e si concludano in tempi ragionevoli, sperando, in ogni caso, che i dirigenti della Città Metropolitana, con i quali siamo in stretto e quotidiano contatto, non si vedano costretti, persistendo l'immobilismo delle impreseaffidatarie dell'appalto, ad attivare la procedura di risoluzione del contratto per gravi inadempienze».