Politica
Questione impianto biogas: gli interrogativi di Mariangela Galliani
La consigliera indipendente ricostruisce la vicenda e pone domande alla vigilia di un Consiglio comunale importante
Terlizzi - giovedì 20 gennaio 2022
18.02
Abbiamo ricevuto qualche giorno fa una missiva della consigliera comunale indipendente, Mariangela Galliani, sulla vicenda dell'impianto a biogas Sorgenia che dovrebbe sorgere nell'agro terlizzese.
Galliani precisa che non ci sono, almeno da parte sua, pregiudizi a prescindere sul tipo di impianto, ma di certo l'area interessata dall'eventuale realizzazione non può essere oggetto di un intervento così impattante per una serie di motivi che vengono spiegati. Nella nota, infine, l'esponente di opposizione cerca risposte attraverso interrogativi proprio alla vigilia di un Consiglio comunale che finalmente discuterà in maniera articolata della vicenda. Ed il 25 gennaio c'è la conferenza di servizi in Regione Puglia, probabilmente decisiva per una pronunzia definitiva sull'impatto di questa opera sul territorio agricolo terlizzese.
Queste dunque le parole di Mariangela Galliani (G.B.).
«Il piglio di certi interlocutori diviene esplicito e, allora, occorre fare sintesi di questioni che sembrano essere indigeste o non ancora digerite.
Non esistono preclusioni di principio all'intervento proposto dalla società Sorgenia Bio Power S.r.l., esistono rigorose preclusioni di merito, che attengono alla correttezza della procedura e riguardano innanzitutto la scelta localizzativa.
Il sito individuato ricade in zona agricola di interesse archeologico ed è caratterizzato dalla presenza di un patrimonio storico diffuso ampiamente documentato che, a fatica, sopravvive al decadimento e che, per obbligo morale e normativo, merita tutela.
Nel 2008 il P.R.G. comunale ha recepito norme di salvaguardia di quel contesto rurale e dei suoi monumenti.
Nel 2019 Terlizzi ha aderito all'Associazione Europea delle Vie Francigene.
Nel 2021 ha approvato il Biciplan, confermando il valore paesistico di questo particolare ambito anche inserendolo nel circuito delle reti ciclopedonali locali e sovralocali.
La Regione Puglia non ha fatto diversamente. Nel 2019 ha assorbito integralmente il Piano Comunale dei Tratturi terlizzese nella programmazione e pianificazione della conservazione dell'integrità fisica e percettiva dei tracciati storici tratturali.
Il Piano paesaggistico regionale (PPTR), nelle linee guida alla progettazione e localizzazione di questo tipo di impianti - ammessa esclusivamente in aree industriali pianificate, dimensionate rispetto ad un bacino di utenza per centrale non superiore a circa 20 km - evidenzia i rischi di forte consumo di suolo in territorio agricolo; di svalorizzazione delle risorse locali, a favore di biomasse provenienti da altri contesti geografici; di aggressive trasformazioni dei caratteri del paesaggio agrario.
Le ragioni sono tutt'altro che capricciose e attengono, per lo più, alla vicinanza alla rete ad alta tensione, per la cessione immediata dell'energia in surplus prodotta dalla centrale e non utilizzata dalle attività presenti nella stessa zona produttiva; alla conservazione del paesaggio agricolo e al rischio di sovrainfrastrutturazione dello stesso.
Non dà adito a dubbi il regolamento regionale n.12/2008 che impone la rigorosa compatibilità delle proposte localizzative di nuovi impianti alimentati da biomasse con gli strumenti di pianificazione esistenti generali e settoriali d'ambito regionale e locale e con i vincoli di varia natura esistenti nell'area d'interesse. Impone, inoltre, il riutilizzo prioritario di siti industriali già esistenti.
Facciamo sintesi, dunque, e capiamoci una volta per tutte!
A "Monte Serino", dentro un nulla di infrastrutture, in niente di industrie, tra campi olivetati, reperti, viuzze, lumachine e camomilla, gli strateghi del sansa-dollaro hanno immaginato il progetto di un mega impianto da 46.000 metri quadrati e fiumi di camion, camion e denaro.
Non vale che l'Ufficio Tecnico l'abbia già bocciato; che Legambiente non lo voglia, Puliamo Terlizzi nemmeno e l'Associazione Via Francigena Appia Traiana, coi tre Sindacati di Cgil, Cisl e Uil neppure.
E non vale che Terlizzi e qualche sputafuoco dicano no. Non già per ottuso principio, ma per l'assenza di coerenza ed il contrasto con tutti gli atti di programmazione e pianificazione comunale e regionale.
Che cosa conta allora, oltre agli interessi di chi vuole l'impianto proprio e solo lì?
Qual è il vantaggio di chi usurpa i poteri esclusivi del Consiglio Comunale e imbriglia l'Istituzione in un processo che gli nasconde i nomi e i volti e che non prevede vantaggio alcuno per questa Comunità?
Cos'è che rende irrilevante il danno ambientale e che convince alla deroga alle destinazioni impresse al territorio dagli strumenti urbanistici, alla Variante, per così dire, "a discrezione del privato"?
Chi traccerà i profili di interesse sottesi alla nascita di un gigante, dentro un'area dalle misure minuscole e dalle strutture fragilissime?»
Mariangela Galliani
Galliani precisa che non ci sono, almeno da parte sua, pregiudizi a prescindere sul tipo di impianto, ma di certo l'area interessata dall'eventuale realizzazione non può essere oggetto di un intervento così impattante per una serie di motivi che vengono spiegati. Nella nota, infine, l'esponente di opposizione cerca risposte attraverso interrogativi proprio alla vigilia di un Consiglio comunale che finalmente discuterà in maniera articolata della vicenda. Ed il 25 gennaio c'è la conferenza di servizi in Regione Puglia, probabilmente decisiva per una pronunzia definitiva sull'impatto di questa opera sul territorio agricolo terlizzese.
Queste dunque le parole di Mariangela Galliani (G.B.).
«Il piglio di certi interlocutori diviene esplicito e, allora, occorre fare sintesi di questioni che sembrano essere indigeste o non ancora digerite.
Non esistono preclusioni di principio all'intervento proposto dalla società Sorgenia Bio Power S.r.l., esistono rigorose preclusioni di merito, che attengono alla correttezza della procedura e riguardano innanzitutto la scelta localizzativa.
Il sito individuato ricade in zona agricola di interesse archeologico ed è caratterizzato dalla presenza di un patrimonio storico diffuso ampiamente documentato che, a fatica, sopravvive al decadimento e che, per obbligo morale e normativo, merita tutela.
Nel 2008 il P.R.G. comunale ha recepito norme di salvaguardia di quel contesto rurale e dei suoi monumenti.
Nel 2019 Terlizzi ha aderito all'Associazione Europea delle Vie Francigene.
Nel 2021 ha approvato il Biciplan, confermando il valore paesistico di questo particolare ambito anche inserendolo nel circuito delle reti ciclopedonali locali e sovralocali.
La Regione Puglia non ha fatto diversamente. Nel 2019 ha assorbito integralmente il Piano Comunale dei Tratturi terlizzese nella programmazione e pianificazione della conservazione dell'integrità fisica e percettiva dei tracciati storici tratturali.
Il Piano paesaggistico regionale (PPTR), nelle linee guida alla progettazione e localizzazione di questo tipo di impianti - ammessa esclusivamente in aree industriali pianificate, dimensionate rispetto ad un bacino di utenza per centrale non superiore a circa 20 km - evidenzia i rischi di forte consumo di suolo in territorio agricolo; di svalorizzazione delle risorse locali, a favore di biomasse provenienti da altri contesti geografici; di aggressive trasformazioni dei caratteri del paesaggio agrario.
Le ragioni sono tutt'altro che capricciose e attengono, per lo più, alla vicinanza alla rete ad alta tensione, per la cessione immediata dell'energia in surplus prodotta dalla centrale e non utilizzata dalle attività presenti nella stessa zona produttiva; alla conservazione del paesaggio agricolo e al rischio di sovrainfrastrutturazione dello stesso.
Non dà adito a dubbi il regolamento regionale n.12/2008 che impone la rigorosa compatibilità delle proposte localizzative di nuovi impianti alimentati da biomasse con gli strumenti di pianificazione esistenti generali e settoriali d'ambito regionale e locale e con i vincoli di varia natura esistenti nell'area d'interesse. Impone, inoltre, il riutilizzo prioritario di siti industriali già esistenti.
Facciamo sintesi, dunque, e capiamoci una volta per tutte!
A "Monte Serino", dentro un nulla di infrastrutture, in niente di industrie, tra campi olivetati, reperti, viuzze, lumachine e camomilla, gli strateghi del sansa-dollaro hanno immaginato il progetto di un mega impianto da 46.000 metri quadrati e fiumi di camion, camion e denaro.
Non vale che l'Ufficio Tecnico l'abbia già bocciato; che Legambiente non lo voglia, Puliamo Terlizzi nemmeno e l'Associazione Via Francigena Appia Traiana, coi tre Sindacati di Cgil, Cisl e Uil neppure.
E non vale che Terlizzi e qualche sputafuoco dicano no. Non già per ottuso principio, ma per l'assenza di coerenza ed il contrasto con tutti gli atti di programmazione e pianificazione comunale e regionale.
Che cosa conta allora, oltre agli interessi di chi vuole l'impianto proprio e solo lì?
Qual è il vantaggio di chi usurpa i poteri esclusivi del Consiglio Comunale e imbriglia l'Istituzione in un processo che gli nasconde i nomi e i volti e che non prevede vantaggio alcuno per questa Comunità?
Cos'è che rende irrilevante il danno ambientale e che convince alla deroga alle destinazioni impresse al territorio dagli strumenti urbanistici, alla Variante, per così dire, "a discrezione del privato"?
Chi traccerà i profili di interesse sottesi alla nascita di un gigante, dentro un'area dalle misure minuscole e dalle strutture fragilissime?»
Mariangela Galliani