Politica
Sanità, Gemmato: «È il peggior piano di riordino di sempre»
E sulla Carta di Ruvo il primo cittadino non ha non ha dubbi: «La Carta di Ruvo solo una sceneggiata»
Terlizzi - sabato 6 luglio 2019
Comunicato Stampa
«Il piano di riordino ospedaliero confermato da Emiliano è un atto di irresponsabilità nei confronti dei cittadini dell'intero nord barese». Il sindaco di Terlizzi, Ninni Gemmato, non usa mezzi termini per bocciare le recenti scelte in tema sanitario da parte della Regione Puglia.
«Emiliano taglia senza aggiungere nulla: chiude definitivamente l'ospedale e il pronto soccorso di Terlizzi costato diversi milioni di euro; declassa l'ospedale di Molfetta privandolo di Urologia e lasciando quel pronto soccorso in condizioni di non sicurezza; infine conferma Corato quale ospedale di primo livello (peraltro a due passi dai presidi di Andria e di Bisceglie entrambi di primo livello) lasciandolo però totalmente spoglio di quei servizi e reparti essenziali che la legge prevede obbligatoriamente nei presidi di primo livello».
«Questo - ribadisce il sindaco Gemmato - è il peggior piano di riordino sanitario di sempre: Emiliano è persino riuscito a fare peggio del suo predecessore Vendola cancellando definitivamente Terlizzi dalla cartina geografica, nonostante oltre dieci milioni di euro spesi per sale operatorie mai entrate in funzione: ora abbia almeno la decenza di assumersi la responsabilità di questo scempio senza scaricare colpe su altri. La legge nazionale dà alla Regioni degli obiettivi di spesa e di efficienza da raggiungere, le scelte poi spettano alle Regioni: troppo facile chiudere Terlizzi senza di fatto aggiungere nulla negli altri due presidi».
«Spiace dirlo ma questo è anche uno schiaffo doloroso in faccia ai tanti medici che avevano creduto nello spirito della Carta di Ruvo del 2016 e che nel tempo si sono arresi a un complice silenzio» afferma il sindaco Gemmato. «Altro che sanità partecipata, altro che ospedale unico di primo livello, altro che commissione tecnica che avrebbe dovuto individuare la sede unica: Terlizzi viene cancellata dalla geografia sanitaria, mentre nei presidi di Molfetta e Corato - stando a quanto riportato nello stesso piano di riordino - continueranno a mancare del tutto alcune unità operative essenziali come Neurologia, Psichiatria, Oncologia, Otorinolaringoiatria, Urologia».
«Dopo tre anni dalla spettacolare sceneggiata di Emiliano sul palcoscenico di Ruvo ci troviamo allo stesso punto di partenza: una rete ospedaliera calata dall'alto e 200 mila cittadini di Molfetta, Corato, Terlizzi, Giovinazzo, Ruvo di Puglia, Bitonto-Palombaio, Mariotto che non possono ancora contare su servizi di emergenza e di diagnostica essenziali come la Rianimazione, l'Unità di terapia intensiva coronarica, la risonanza magnetica».
«La Regione Puglia e l'Asl mettano subito in sicurezza i presidi ospedalieri del Nord Barese prima di stravolgere la rete ospedaliera» conclude il sindaco Gemmato. «Emiliano ci dica senza nascondersi dietro altre sceneggiate se il Pronto Soccorso di Molfetta sia adeguato per assorbire il carico degli oltre 11 mila pazienti all'anno finora gestiti a Terlizzi e spieghi a tutti i cittadini se questo piano di riordino assicuri la gestione delle emergenze o se, invece, saremo ancora costretti purtroppo a fare diverse decine di chilometri di strada in ambulanza prima di ricevere soccorso. Non si tratta di difendere il proprio cortile, stiamo parlando di tutto il territorio del Nord Barese che ancora una volta viene umiliato da un atteggiamento irriverente e superficiale che non tiene conto delle reali esigenze di circa 200 mila persone».
«Emiliano taglia senza aggiungere nulla: chiude definitivamente l'ospedale e il pronto soccorso di Terlizzi costato diversi milioni di euro; declassa l'ospedale di Molfetta privandolo di Urologia e lasciando quel pronto soccorso in condizioni di non sicurezza; infine conferma Corato quale ospedale di primo livello (peraltro a due passi dai presidi di Andria e di Bisceglie entrambi di primo livello) lasciandolo però totalmente spoglio di quei servizi e reparti essenziali che la legge prevede obbligatoriamente nei presidi di primo livello».
«Questo - ribadisce il sindaco Gemmato - è il peggior piano di riordino sanitario di sempre: Emiliano è persino riuscito a fare peggio del suo predecessore Vendola cancellando definitivamente Terlizzi dalla cartina geografica, nonostante oltre dieci milioni di euro spesi per sale operatorie mai entrate in funzione: ora abbia almeno la decenza di assumersi la responsabilità di questo scempio senza scaricare colpe su altri. La legge nazionale dà alla Regioni degli obiettivi di spesa e di efficienza da raggiungere, le scelte poi spettano alle Regioni: troppo facile chiudere Terlizzi senza di fatto aggiungere nulla negli altri due presidi».
«Spiace dirlo ma questo è anche uno schiaffo doloroso in faccia ai tanti medici che avevano creduto nello spirito della Carta di Ruvo del 2016 e che nel tempo si sono arresi a un complice silenzio» afferma il sindaco Gemmato. «Altro che sanità partecipata, altro che ospedale unico di primo livello, altro che commissione tecnica che avrebbe dovuto individuare la sede unica: Terlizzi viene cancellata dalla geografia sanitaria, mentre nei presidi di Molfetta e Corato - stando a quanto riportato nello stesso piano di riordino - continueranno a mancare del tutto alcune unità operative essenziali come Neurologia, Psichiatria, Oncologia, Otorinolaringoiatria, Urologia».
«Dopo tre anni dalla spettacolare sceneggiata di Emiliano sul palcoscenico di Ruvo ci troviamo allo stesso punto di partenza: una rete ospedaliera calata dall'alto e 200 mila cittadini di Molfetta, Corato, Terlizzi, Giovinazzo, Ruvo di Puglia, Bitonto-Palombaio, Mariotto che non possono ancora contare su servizi di emergenza e di diagnostica essenziali come la Rianimazione, l'Unità di terapia intensiva coronarica, la risonanza magnetica».
«La Regione Puglia e l'Asl mettano subito in sicurezza i presidi ospedalieri del Nord Barese prima di stravolgere la rete ospedaliera» conclude il sindaco Gemmato. «Emiliano ci dica senza nascondersi dietro altre sceneggiate se il Pronto Soccorso di Molfetta sia adeguato per assorbire il carico degli oltre 11 mila pazienti all'anno finora gestiti a Terlizzi e spieghi a tutti i cittadini se questo piano di riordino assicuri la gestione delle emergenze o se, invece, saremo ancora costretti purtroppo a fare diverse decine di chilometri di strada in ambulanza prima di ricevere soccorso. Non si tratta di difendere il proprio cortile, stiamo parlando di tutto il territorio del Nord Barese che ancora una volta viene umiliato da un atteggiamento irriverente e superficiale che non tiene conto delle reali esigenze di circa 200 mila persone».