"Santa Subito", al Mat il dibattito su Santa Scorese, vittima di femminicidio

Una storia che mette i brividi e si consuma in grande solitudine è quella sapientemente narrata in "Santa Subito", il film-documentario di Alessandro Piva che ha raccontato, attraverso le testimonianze di familiari e amici, la vita e la tragica dipartita di Santa Scorese, la giovane donna ventitreenne, brutalmente assassinata dal suo persecutore ventotto anni fa a Palo del Colle. Si tratta di un film che parla direttamente al cuore con semplice linearità, dando rilievo alle persone e ai loro ricordi, tanto da aggiudicarsi il premio del pubblico alla Festa del Cinema di Roma.

«La storia di Santa Scorese è l'archetipo del femminicidio in un calvario durato tre anni», ha precisato Enza Caccavo, giornalista che una settimana dopo l'evento nefasto intervistò il papà Piero Scorese. Molti i lati oscuri emersi in un sistema giustizia mal funzionante e affrontati ieri sera, 19 dicembre, nel corso del dibattito tenutosi al Mat - Laboratorio Urbano di Terlizzi, organizzato dall'associazione culturale Un Panda sulla Luna e dai ragazzi del Collettivo Zebù.

Uno degli aspetti più agghiaccianti è l'ineluttabile rassegnazione alla quale sono state condannate Santa e la sua famiglia. Vane si sono rivelate le numerose denunce presentate nel periodo della persecuzione e culminato nel sangue il 15 marzo 1991. All'epoca, infatti, era assente la fattispecie di reato di stalking, introdotta solamente diciotto anni dopo l'omicidio di Santa. Sicché, in un enorme vuoto legislativo, lo Stato non è mai intervenuto per tutelare Santa quando era viva. Addirittura suo padre, poliziotto, aveva ricevuto dei moniti dai suoi superiori che gli intimavano di non agire a protezione di sua figlia.

Oggi, l'anglismo stalking è rubricato nel codice penale sotto la voce di "Atti persecutori", riferendosi a un comportamento assillante e invasivo della vita altrui, realizzato mediante la reiterazione insistente di condotte intrusive che mirano a ridurre la vittima in uno stato di soggezione psicologica tanto da poter far alterare le abitudini di vita. Di luglio scorso, inoltre, è l'introduzione del c.d. Codice Rosso volto a offrire maggiori garanzie alle donne e ai minori che subiscono violenza.

Tuttavia, nonostante i passi in avanti della legge, a livello di prevenzione la strada è ancora lunga. Finora, nel 2019, sono state uccise 108 donne, una donna ammazzata ogni 72 ore. Una perdita altissima di vite spezzate in modo efferato.

Santa Scorese viene descritta come una donna energica, piena di vitalità, assorbita dagli studi universitari e dal suo amore per il prossimo, così forte da voler consacrarlo a Dio. È stata accoltellata sotto casa sua a seguito di ripetuti rifiuti al suo stalker. Il quartiere di Palo del Colle era a conoscenza dello stato di paura in cui versava, tanto che i vicini le offrivano rifugio quando la vedevano turbata. Spesso veniva scortata dai suoi amici che facevano le veci delle autorità mancanti.

«Santa è stata sempre una ragazza volitiva e determinata. Sono al suo servizio. Ho il mandato di raccontare la sua storia - ha affermato commossa la sorella Rosamaria Scorese -. Il mio è un impegno civile».

Piva è entrato con delicatezza nella sofferenza della famiglia Scorese, in un atteggiamento compassionevole. «Il femminicidio è un tema urgente e caro non solo alle donne ma anche agli uomini», conclude Simonetta Dellomonaco, presidente dell'Apulia Film Commission, «Santa Subito è un film così raffinato che non può prescindere da una presa di coscienza e da un senso di dovere per chi sopravvive».

È attualmente in corso il processo di beatificazione di Santa Scorese, considerata una «martire» per il fattaccio di cronaca nera di cui è stata protagonista. La vicenda di Santa, però, testimonia una fede profonda, documentata sia dalla memoria di chi la conosceva sia dal suo diario e dalle sue lettere.