Cronaca
Scuole depredate. La dirigente Peruzzi: «Gemmato è assente»
Numerosi danni per i plessi di viale Indipendenza. Si chiede l'attivazione delle videocamere
Terlizzi - venerdì 24 luglio 2020
10.36
Ennesimi atti vandalici perpetrati ai danni dei plessi scolastici del II Circolo Didattico "San Giovanni Bosco" siti in viale Indipendenza. Ieri mattina, 23 luglio, l'ulteriore brutta sorpresa: numerosi armadi rotti, alcuni banchi e sedie resi inutilizzabili, forbici danneggiate. Per non parlare del puzzo di urina avvertito nei corridoi e nelle aule depredati.
Nello scorso fine settimana si sono registrate altre incursioni. A raccontarla tutta, però, è da settembre 2019 che si verificano scempi analoghi, con una media di uno a settimana. Finanche le maniglie delle ante o delle porte vengono saccheggiate.
Una situazione preoccupante tesa ad acuirsi se bisogna rispettare pedissequamente la normativa igienico-sanitaria anti-Covid in vista della riapertura dei cancelli scolastici fra un paio di mesi. Diventa, quindi, sempre più difficile garantire un ambiente costantemente pulito a fronte di visite indesiderate.
A questo si aggiunge una scarsa prontezza nella risoluzione della questione data dall'assenza dell'amministrazione comunale. Diversi i solleciti avanzati, da un anno ormai, dalla dirigente scolastica Clara Peruzzi, sia in materia di prevenzione da furti sia in tema di sopralluoghi da effettuare negli edifici per assicurare la ripresa delle attività nel tradizionale rapporto in presenza tra insegnanti e alunni.
Ad oggi, però, ha fatto seguito soltanto il silenzio del Comune. Nessuna risposta è stata fornita dal sindaco Ninni Gemmato su come procedere per la messa in sicurezza delle aule, dei corridoi, dei cortili e per tutta l'organizzazione sottesa e volta a tutelare il diritto alla salute di docenti, alunni e personale scolastico.
Le razzie e i danneggiamenti inficiano pure le casse della scuola. Prima del lockdown, è stato acquistato del materiale di facile consumo per le classi delle scuole primaria e dell'infanzia. Ma questo è stato rubato. Così invece di investire le risorse economiche in nuovi ausili per la didattica, come computer per il laboratorio di informatica, esse andranno impiegate per ricomperare una quarantina di armadi oltre ad altri beni necessari per lo svolgimento dell'insegnamento.
Eppure, la priorità per la preside Peruzzi è quella di far mettere in funzione il disattivo impianto di videosorveglianza, affinché sia esercitato un effettivo controllo a salvaguardia della scuola e a scapito dei malviventi che vi si introducono. «Manca la buona volontà da parte del Comune», commenta amareggiata, «Manca nell'attivare le videocamere, così come manca nel sistemare gli ingressi in modo da rendere più ostici gli accessi e nel dare una pulita intorno alla scuola. Così come manca nel voler rimediare a un tombino scoperto che potrebbe rivelarsi pericoloso se un bambino dovesse cascarci dentro».
Un attacco duro, quindi, che non risparmia colpi a un primo cittadino che risulta sordo agli appelli. Una situazione di stallo di cui non beneficia nessuno e che tiene la dirigente sospesa in attesa del da farsi.
«Sono veramente costernata da questa poca attenzione rivolta all'istituzione scolastica, da intendersi quale comunità educante e punto dispensatore di valori per i figli della collettività», si sfoga la dirigente Peruzzi con l'auspicio che le sue parole possano scalfire l'inerzia attuale, «E mi lascia sconvolta il fatto che vengano prese di mira per atti vandalici proprio le scuole che dovrebbero essere, invece, un territorio assolutamente di rispetto da parte di chiunque».
Nello scorso fine settimana si sono registrate altre incursioni. A raccontarla tutta, però, è da settembre 2019 che si verificano scempi analoghi, con una media di uno a settimana. Finanche le maniglie delle ante o delle porte vengono saccheggiate.
Una situazione preoccupante tesa ad acuirsi se bisogna rispettare pedissequamente la normativa igienico-sanitaria anti-Covid in vista della riapertura dei cancelli scolastici fra un paio di mesi. Diventa, quindi, sempre più difficile garantire un ambiente costantemente pulito a fronte di visite indesiderate.
A questo si aggiunge una scarsa prontezza nella risoluzione della questione data dall'assenza dell'amministrazione comunale. Diversi i solleciti avanzati, da un anno ormai, dalla dirigente scolastica Clara Peruzzi, sia in materia di prevenzione da furti sia in tema di sopralluoghi da effettuare negli edifici per assicurare la ripresa delle attività nel tradizionale rapporto in presenza tra insegnanti e alunni.
Ad oggi, però, ha fatto seguito soltanto il silenzio del Comune. Nessuna risposta è stata fornita dal sindaco Ninni Gemmato su come procedere per la messa in sicurezza delle aule, dei corridoi, dei cortili e per tutta l'organizzazione sottesa e volta a tutelare il diritto alla salute di docenti, alunni e personale scolastico.
Le razzie e i danneggiamenti inficiano pure le casse della scuola. Prima del lockdown, è stato acquistato del materiale di facile consumo per le classi delle scuole primaria e dell'infanzia. Ma questo è stato rubato. Così invece di investire le risorse economiche in nuovi ausili per la didattica, come computer per il laboratorio di informatica, esse andranno impiegate per ricomperare una quarantina di armadi oltre ad altri beni necessari per lo svolgimento dell'insegnamento.
Eppure, la priorità per la preside Peruzzi è quella di far mettere in funzione il disattivo impianto di videosorveglianza, affinché sia esercitato un effettivo controllo a salvaguardia della scuola e a scapito dei malviventi che vi si introducono. «Manca la buona volontà da parte del Comune», commenta amareggiata, «Manca nell'attivare le videocamere, così come manca nel sistemare gli ingressi in modo da rendere più ostici gli accessi e nel dare una pulita intorno alla scuola. Così come manca nel voler rimediare a un tombino scoperto che potrebbe rivelarsi pericoloso se un bambino dovesse cascarci dentro».
Un attacco duro, quindi, che non risparmia colpi a un primo cittadino che risulta sordo agli appelli. Una situazione di stallo di cui non beneficia nessuno e che tiene la dirigente sospesa in attesa del da farsi.
«Sono veramente costernata da questa poca attenzione rivolta all'istituzione scolastica, da intendersi quale comunità educante e punto dispensatore di valori per i figli della collettività», si sfoga la dirigente Peruzzi con l'auspicio che le sue parole possano scalfire l'inerzia attuale, «E mi lascia sconvolta il fatto che vengano prese di mira per atti vandalici proprio le scuole che dovrebbero essere, invece, un territorio assolutamente di rispetto da parte di chiunque».