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Attualità

Stefania Franklin, una poliglotta a Barcellona

Terlizzese si occupa di recruiting multilingua a Barcellona

Stefania Franklin, 27 anni, diplomata al liceo classico di Terlizzi e laureata in lingue all'università di Bari, nello specifico in Lettere Lingue Arti con Indirizzo Traduzione Specialistica, attualmente lavora a Barcellona nell'ambito delle risorse umane, presso il dipartimento multilingue di un'azienda che si occupa di selezione del personale. Da "headhunting" o "recruiter" qual è, la sua mansione consiste nel reclutare profili multilingue per conto di altre aziende: dopo aver effettuato uno screening preventivo dei curriculum più idonei, sostiene colloqui in spagnolo, inglese ed italiano con i candidati, seguendo il loro percorso fino alla fase finale del loro processo di selezione.


UNA TERLIZZESE A BARCELLONA
Stefania ha scoperto le opportunità barcellonesi durante il periodo di circa dieci mesi in cui ha condotto la ricerca tesi sull'analisi del bilinguismo in Catalogna dal punto di vista istituzionale. "Ho scelto Barcellona perché rappresenta il giusto compromesso tra l'essere una città spagnola e, allo stesso tempo, una città internazionale", spiega Stefania a Terlizziviva, "È una città strategica, di passaggio: numerosi ragazzi stranieri vengono qui per studiare o trovare lavoro. A volte è quasi una città 'farlocca', la gente va e viene, il che è destabilizzante. Eppure, si respira aria di integrazione e di multiculturalità: convivono pacificamente persone di etnie disparate e di differenti orientamenti sessuali, politici e religiosi. A differenza dell'Italia, in cui i diversi il più delle volte sono emarginati, Barcellona esprime a pieno i colori di una cultura variegata attraverso uno spiccato senso di tolleranza".

Al termine dell'Erasmus, Stefania torna in Italia per cinque mesi e dopo la laurea specialistica riparte per Barcellona alla ricerca di un lavoro, con l'amara consapevolezza che attualmente nel nostro Paese non ci sono molti sbocchi dal punto di vista professionale. "Così come ho scelto di dare un'impronta internazionale ai miei studi, allo stesso modo ho voluto dare una svolta estera alla mia 'traiettoria professionale', sebbene il mio attuale settore lavorativo si discosti un po' dal tipo di studi condotti", ci racconta Franklin, "Sin dai tempi del liceo, fremevo per 'lanciarmi' in un ambiente che fosse di più ampio respiro e più stimolante sotto il punto di vista culturale: il mio presente è un po' la concretizzazione degli interessi coltivati nel corso degli anni".


"DI TERLIZZI MI MANCA LO SPAZIO INTIMO E FAMILIARE"
Stefania torna nella sua Terlizzi circa tre volte l'anno, specialmente nel periodo delle ricorrenze festive, come Natale e Pasqua. "Quando torno in Italia, mi sento subito a casa non solo perchè parlo la mia lingua, ma perché ritrovo la mia dimensione. Di Terlizzi mi manca lo spazio intimo e familiare in cui sono cresciuta per circa 25 anni. Ultimamente sto vivendo una sorta di dissidio interiore. A Terlizzi qualcosa si sta smuovendo a livello cittadino e mi rammarica non far parte attivamente delle nuove realtà che si stanno affacciando nel paese. In passato sono sempre stata abbastanza attiva dal punto di vista culturale, ad esempio il teatro è da sempre una delle mie più grandi passioni."

A Barcellona Stefania lavora tanto, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19. Nel weekend ama viaggiare, alla scoperta della Spagna, e di tanto in tanto, anche di altri Paesi europei. "Mi piace anche godere di tutti gli eventi culturali che la città offre, come mostre e concerti", prosegue, "Barcellona non è solo 'fiesta, fiesta, fiesta', come il più delle volte erroneamente e ignaramente viene vista dall'esterno, ma presenta un grande fervore culturale, nel quale adoro perdermi". Nonostante i ritmi sostenuti, le piace definire la sua nuova casa come una "metropoli mediterranea", ovvero un polo internazionale dove sì hanno sede aziende di spicco, ma di cui si può godere a pieno in un clima disteso e rilassato: i residenti sanno ben conciliare un lavoro pesante con il desiderio di "pasarselo bien", ossia di vivere bene puntando ad una qualità della vita più che soddisfacente.

"Non credo che la mia permanenza a Barcellona sia definitiva. Vorrei sperimentare nuove opportunità in altri Stati europei e magari, un giorno quando le condizioni saranno ottimali, tornare in Italia e metter a frutto la mia esperienza internazionale a livello locale", conclude Stefania, "Ai giovani terlizzesi consiglio di tenere 'la cabeza en las nubes y los bolsillos llenos de sueños', ovvero, 'la testa fra le nuvole e le tasche piene di sogni', come mi suggerisce l'anonimo autore street art che si diverte, durante la notte, a imbrattare i muri del Raval, il quartiere storico di Barcellona, con delle lattine, formando pensieri scritti".
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