L'area sequestrata dai Carabinieri
L'area sequestrata dai Carabinieri
Cronaca

Stoccaggio abusivo di elettrodomestici, due denunce a Ruvo

A scoprirlo sono stati i Carabinieri, ai quali si è rivolto il dirigente della Asipu

Frigoriferi ed altri elettrodomestici, apparecchiature elettroniche, abbandonati o bruciati, con sversamento di vernici, solventi, olii minerali e altre sostanze tossiche: in 3 mesi 39 casi di abbandoni in un'area rurale.

A scoprirli sono stati i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Bari che hanno sequestrato un'area recintata di circa 3.000 metri quadri, in territorio di Ruvo di Puglia, a ridosso della strada statale 231 che collega Canosa di Puglia a Corato, adibita illecitamente a deposito di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, con sversamento di sostanze nocive e pericolo per la salute pubblica.

Gli accertamenti dei militari, agli ordini del maggiore Angelo Colacicco, sono stati avviati dopo la denuncia di un dirigente dell'Asipu s.r.l., società titolare del servizio di raccolta rifiuti nei comuni di Ruvo di Puglia, Terlizzi e Corato, sulla presenza, nel solo territorio di Ruvo di Puglia, di un'anomala attività di raccolta, trasporto e stoccaggio di rifiuti.

La società, dai primi di luglio, si era dotata di un drone e di personale qualificato per il controllo sistematico di aree rurali e complanari, proprio allo scopo di contrastare il fenomeno dell'abbandono di rifiuti e della presenza di discariche abusive. Ed era stato il drone a filmare, dall'alto, i 39 casi di abbandono, che coincidevano dall'altra parte, nello stesso periodo, con la strana mancanza di conferimenti di elettrodomestici.

Sono così venuti alla luce i movimenti illeciti nel sito, un'area recintata e dotata di cancello, i fuochi notturni e lo sversamento, con grave danno alla salute, alla salubrità dell'aria e del suolo. L'area è stata quindi sequestrata dagli uomini dell'Arma, che hanno denunciato in stato di libertà gestore e proprietario, entrambi di Ruvo di Puglia, di 41 e 51 anni.

Entrambi sono accusati di aver gestito rifiuti speciali, anche pericolosi, senza autorizzazione e per aver bruciato in alcune circostanze materiale non utile alla vendita. Le indagini, intanto, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Trani, proseguono per accertare l'esatta portata del traffico illecito.
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