Cronaca
«Su Terlizzi il cartello Dello Russo-Ficco»
Lo certifica l'ultimo rapporto dell'Antimafia che riguarda il secondo semestre del 2015
Terlizzi - mercoledì 10 agosto 2016
7.56
Terlizzi? Nuovamente sotto il controllo del cartello malavitoso Dello Russo-Ficco, storicamente contrapposto a quello dei Baldassarre, in una annosa storia di due famiglie affiliate ai clan del barese che da anni si fronteggiano in una vera e propria guerra per il controllo delle attività illecite in città.
L'ultimo rapporto della Direzione Investigativa Antimafia, reso pubblico qualche giorno fa, fotografa quella che è stata la realtà criminale dello Stivale nel secondo semestre del 2015. E, passando in rassegna la calda situazione della città di Bari, analizza, seppur brevemente, quello che accade nell'hinterland del capoluogo. In realtà, si legge nel rapporto, non è cambiato granché rispetto ai primi sei mesi dell'anno passato.
Il quadro, insomma, sembra sostanzialmente immutato con Terlizzi sempre nelle mani dei Dello Russo-Ficco.
I territori sono segnati «dall'operatività, spesso violenta, di una serie di gruppi criminali minori, molti dei quali connotati dalla presenza di giovani emergenti». Già, i giovani. Stando al lavoro di analisi dei detective dell'Antimafia, le giovani leve «tendono da un lato a risolvere le controversie anche attraverso scontri armati, dall'altro a guadagnare spazio rispetto alle storiche organizzazioni criminali».
Da aggiornare l'elenco delle attività illecite anche se «è tuttavia il traffico di stupefacenti - si legge ancora nel rapporto - il settore da cui le organizzazioni criminali traggono i maggiori profitti», mentre sulle estorsioni la strategia si declina non solo attraverso «la richiesta di denaro», ma anche con «l'imposizione di assunzioni di lavoratori o di contratti fittizi».
L'ultimo rapporto della Direzione Investigativa Antimafia, reso pubblico qualche giorno fa, fotografa quella che è stata la realtà criminale dello Stivale nel secondo semestre del 2015. E, passando in rassegna la calda situazione della città di Bari, analizza, seppur brevemente, quello che accade nell'hinterland del capoluogo. In realtà, si legge nel rapporto, non è cambiato granché rispetto ai primi sei mesi dell'anno passato.
Il quadro, insomma, sembra sostanzialmente immutato con Terlizzi sempre nelle mani dei Dello Russo-Ficco.
I territori sono segnati «dall'operatività, spesso violenta, di una serie di gruppi criminali minori, molti dei quali connotati dalla presenza di giovani emergenti». Già, i giovani. Stando al lavoro di analisi dei detective dell'Antimafia, le giovani leve «tendono da un lato a risolvere le controversie anche attraverso scontri armati, dall'altro a guadagnare spazio rispetto alle storiche organizzazioni criminali».
Da aggiornare l'elenco delle attività illecite anche se «è tuttavia il traffico di stupefacenti - si legge ancora nel rapporto - il settore da cui le organizzazioni criminali traggono i maggiori profitti», mentre sulle estorsioni la strategia si declina non solo attraverso «la richiesta di denaro», ma anche con «l'imposizione di assunzioni di lavoratori o di contratti fittizi».