Cronaca
Terlizzi e Corato piangono Gabriel Aurelian Petrescu
Il 23enne è stato investito sulla sp 231 mentre lavorava
Terlizzi - martedì 6 giugno 2023
14.54
Rumeno di origini, ma italianissimo di cuore e formazione. Così lo raccontano amici e docenti del IPC "Tandoi" di Corato, dove Gabriel Aurelian Petrescu aveva studiato.
È lui la vittima dell'investimento avvenuto questa mattina, 6 giugno, lungo la strada provinciale 231, in territorio di Terlizzi. Era intento a segnalare la potatura delle siepi quando è stato travolto da un'autovettura guidata da una 45enne che purtroppo non lo aveva visto.
Il dolore è tangibile a Corato ed a Terlizzi, con i due primi cittadini che nelle scorse ore hanno espresso tutto il loro sgomento. Gabriel Aurelian, racconta Mario Sicolo, giornalista, poeta e suo docente ai tempi del "Tandoi", «si era trasferito sin da piccolo a Corato ed era un ragazzo autentico, dal carattere fumantino, intelligente e leale, tanto che fu eletto rappresentante di classe. Amava giocare a calcio, sport nel quale era abbastanza abile ed era indubbiamente l'idolo di molte ragazzine. Aveva due sorelle gemelle più giovani. A novembre scorso - spiega il prof - ci incontrammo, stavo aspettando il bus e, passando, si fermò e mi salutò con il consueto affetto, abbracciandomi. Mi raccontò che stava lavorando da stagionale in un frantoio. Temeva il giudizio della gente, mi spiegò, che a volte, come capita in piccole comunità, lo definiva leggerino nei rapporti sentimentali, ma lui aveva ampiamente messo la testa a posto, direi fosse diventato "saggio".
Stamane - è la sottolineatura più amara del docente - aveva realizzato una storia su Instagram con l'immagine della strada - esattamente la lingua d'asfalto dove era impegnato - e il nome della ditta di manutenzione presso cui lavorava. Col giubbotto catarifrangente e la bandiera sa sventolare stava segnalando il cantiere. È morto - ci ha ripetuto commosso il prof. Sicolo -, morto come un cane. Oggi i ragazzi a scuola si interrogavano sul perché potesse essere successo. Alcuni - ha concluso - ricordavano di quando frequentavano una panchina della piazzetta, stavano sempre insieme e passavano le sere divertendosi assieme. Ora non c'è più».
È lui la vittima dell'investimento avvenuto questa mattina, 6 giugno, lungo la strada provinciale 231, in territorio di Terlizzi. Era intento a segnalare la potatura delle siepi quando è stato travolto da un'autovettura guidata da una 45enne che purtroppo non lo aveva visto.
Il dolore è tangibile a Corato ed a Terlizzi, con i due primi cittadini che nelle scorse ore hanno espresso tutto il loro sgomento. Gabriel Aurelian, racconta Mario Sicolo, giornalista, poeta e suo docente ai tempi del "Tandoi", «si era trasferito sin da piccolo a Corato ed era un ragazzo autentico, dal carattere fumantino, intelligente e leale, tanto che fu eletto rappresentante di classe. Amava giocare a calcio, sport nel quale era abbastanza abile ed era indubbiamente l'idolo di molte ragazzine. Aveva due sorelle gemelle più giovani. A novembre scorso - spiega il prof - ci incontrammo, stavo aspettando il bus e, passando, si fermò e mi salutò con il consueto affetto, abbracciandomi. Mi raccontò che stava lavorando da stagionale in un frantoio. Temeva il giudizio della gente, mi spiegò, che a volte, come capita in piccole comunità, lo definiva leggerino nei rapporti sentimentali, ma lui aveva ampiamente messo la testa a posto, direi fosse diventato "saggio".
Stamane - è la sottolineatura più amara del docente - aveva realizzato una storia su Instagram con l'immagine della strada - esattamente la lingua d'asfalto dove era impegnato - e il nome della ditta di manutenzione presso cui lavorava. Col giubbotto catarifrangente e la bandiera sa sventolare stava segnalando il cantiere. È morto - ci ha ripetuto commosso il prof. Sicolo -, morto come un cane. Oggi i ragazzi a scuola si interrogavano sul perché potesse essere successo. Alcuni - ha concluso - ricordavano di quando frequentavano una panchina della piazzetta, stavano sempre insieme e passavano le sere divertendosi assieme. Ora non c'è più».