Eventi e cultura
Terlizzi ricorda Rosa Vendola ed i martiri delle Foibe
Stasera, 10 febbraio, riflessione comunitaria in Pinacoteca De Napoli
Terlizzi - venerdì 10 febbraio 2023
13.06 Comunicato Stampa
Il 10 febbraio si celebra il "Giorno del Ricordo" in memoria delle vittime delle Foibe, dell'esodo Istriano, Fiumano, Giuliano, Dalmata e delle vicende del confine orientale.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale migliaia di persone, che si opponevano o avrebbero potuto opporsi all'espansionismo comunista slavo propugnato dal maresciallo Tito, furono gettate in voragini rocciose dell'altopiano del Carso. Non si conosce il numero preciso delle vittime, perché è risultato impossibile esaminare tutte le Foibe utilizzate. Le stime parlano di più di 10.000 persone uccise nelle profonde cavità naturali. Testimonianze ci tramandano che nelle Foibe, vennero gettati ancora vivi, l'uno legato all'altro con filo di ferro: uomini, donne, anziani e bambini. I condannati venivano legati l'un l'altro con un lungo filo stretto ai polsi e schierati sugli argini delle foibe. Si apriva il fuoco, non su tutto il gruppo, ma soltanto sui primi tre o quattro, i quali, precipitando nelle cavità carsiche, trascinavano con sé gli altri.
Della maestra terlizzese, Rosa Vendola, classe 1898, trasferitasi in Friuli Venezia Giulia nel 1925 e a Trieste nel 1942, epurata dall'insegnamento nel 1945, si persero le tracce, fino alla dichiarazione di "morte presunta" avvenuta nel 1962 dal Tribunale di Trani.
La tragedia dei profughi ha coinvolto migliaia di persone costrette all'esodo. È una delle pagine di storia più tristi del Novecento.
Tale giornata è stata istituita con legge 30 marzo 2004 e l'articolo 1 recita:
La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Ricordare è importante e necessario, per conservare e rinnovare la memoria delle atrocità commesse, affinché non accadano mai più. È fondamentale organizzare momenti di riflessione condivisa, per rileggere pagine di storia certamente dolorose, ma fondamentali per formare nei giovani una coscienza e una consapevolezza basata sui principi di libertà e uguaglianza.
Insegnare alle nuove generazioni l'importanza del rispetto dei diritti umani, della diversità, della tutela delle minoranze, aiuta a costruire un futuro di pace, che è parte essenziale di una società evoluta.
Questa sera all'interno della Pinacoteca De Napoli, alle ore 18.30, la comunità terlizzese le vittime delle Foibe unitamente ad un momento di riflessione sull'importanza dell'integrazione tra i popoli.
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale migliaia di persone, che si opponevano o avrebbero potuto opporsi all'espansionismo comunista slavo propugnato dal maresciallo Tito, furono gettate in voragini rocciose dell'altopiano del Carso. Non si conosce il numero preciso delle vittime, perché è risultato impossibile esaminare tutte le Foibe utilizzate. Le stime parlano di più di 10.000 persone uccise nelle profonde cavità naturali. Testimonianze ci tramandano che nelle Foibe, vennero gettati ancora vivi, l'uno legato all'altro con filo di ferro: uomini, donne, anziani e bambini. I condannati venivano legati l'un l'altro con un lungo filo stretto ai polsi e schierati sugli argini delle foibe. Si apriva il fuoco, non su tutto il gruppo, ma soltanto sui primi tre o quattro, i quali, precipitando nelle cavità carsiche, trascinavano con sé gli altri.
Della maestra terlizzese, Rosa Vendola, classe 1898, trasferitasi in Friuli Venezia Giulia nel 1925 e a Trieste nel 1942, epurata dall'insegnamento nel 1945, si persero le tracce, fino alla dichiarazione di "morte presunta" avvenuta nel 1962 dal Tribunale di Trani.
La tragedia dei profughi ha coinvolto migliaia di persone costrette all'esodo. È una delle pagine di storia più tristi del Novecento.
Tale giornata è stata istituita con legge 30 marzo 2004 e l'articolo 1 recita:
La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Ricordare è importante e necessario, per conservare e rinnovare la memoria delle atrocità commesse, affinché non accadano mai più. È fondamentale organizzare momenti di riflessione condivisa, per rileggere pagine di storia certamente dolorose, ma fondamentali per formare nei giovani una coscienza e una consapevolezza basata sui principi di libertà e uguaglianza.
Insegnare alle nuove generazioni l'importanza del rispetto dei diritti umani, della diversità, della tutela delle minoranze, aiuta a costruire un futuro di pace, che è parte essenziale di una società evoluta.
Questa sera all'interno della Pinacoteca De Napoli, alle ore 18.30, la comunità terlizzese le vittime delle Foibe unitamente ad un momento di riflessione sull'importanza dell'integrazione tra i popoli.