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Attualità

Un ricordo di “Mest Pepp”, geniale artigiano terlizzese

Inventò la macchinetta per smallare le mandorle

Un anno dopo la dipartita di Giuseppe Mastrorilli (07 febbraio 1930 - 22 agosto 2015), ci piace ricordare "Mest Pepp" (come amici e conoscenti lo conoscevano) per la sua invenzione della macchina universale per smallare mandorle e frutti analoghi. Un marchingegno che in tanti usano oggi per aprire le mandorle, dotato di un "sistema di battitori a sinusoide" così come recita il brevetto depositato nel maggio del 1962 presso l' "Ufficio brevetti per invenzioni, modelli e marchi" della Camera di Commercio di Bari.

Non tutti lo sanno, ma fu proprio Mest Pepp l'inventore di quell'accessorio. Dedito al lavoro artigianale sin dalla giovane età, Mest Pepp ha acquisito grande esperienza nell' "arte della mascalcia" ossia nel pareggio e nella ferratura del cavallo e di altri equini domestici (asino e mulo). Storicamente, la figura professionale del maniscalco si sovrapponeva a quella del fabbro. I ferri venivano forgiati al momento, e su misura, secondo le necessità dei cavalli. Era richiesta una certa competenza nella lavorazione del ferro, perché mediante i tradizionali attrezzi di lavoro (fucina, incudine, mazza) si effettuassero i necessari adattamenti "a freddo o a caldo".

Curiosità, ingegno e perizia hanno concorso alla progettazione e realizzazione di un sistema che avrebbe rivoluzionato una fase dell'attività agricola estremamente laboriosa. Nel periodo storico in cui si colloca l'invenzione, l'agro di Terlizzi era fortemente vocato alla coltura di mandorli. Sgusciare i frutti era compito delle donne, le quali erano solite adunarsi attorno ad un banco e svolgere un'operazione che richiedeva giornate intere. Il lavoro si svolgeva per strada e veniva accompagnato da canti, racconti e proverbi ormai dimenticati dalla civiltà moderna.

Grazie all'invenzione di Giuseppe Mastrorilli, il lavoro manuale, lento e certosino delle donne fu sostituito da quello più celere, quasi industriale, della "smallatrice". A Terlizzi, bastava recarsi presso la "putéjə d Mest Pepp" per ottenere, in breve tempo, mandorle private del guscio, pronte per essere portate sui terrazzi o distese a terra e fatte asciugare. Gli uomini provvedevano alla vendita ai commercianti della zona, che a loro volta le rivendevano alle aziende e ai pasticceri del nord per guarnire dolci industriali e artigianali.

La prima macchina fu venduta al conte Rogadeo, le cui tenute si estendevano nella zona premurgiana di Quasano, nei pressi di Toritto. Giuseppe Mastrorilli aveva già avviato il commercio delle smallatrici, quando proprio dietro consiglio del nobile decise di registrare il brevetto della macchina. Tuttavia, prima di tale momento storico, trascorse del tempo. La mancanza di conoscenza e le scarse risorse economiche, avevano portato il fabbro ad indugiare. In tempi in cui la pubblicità era sconosciuta al commercio, il prezioso attrezzo fu venduto in Puglia, Sicilia, Campania, Marche ed anche all'estero. Non tardarono ad arrivare modelli copiati o rivisitati della prima smallatrice.
Negli anni a seguire, Giuseppe Mastrorilli apportò un ulteriore contributo all'agricoltura del paese, mediante l'invenzione della macchina pigiatrice di mele cotogne, utile alla preparazione di succhi di frutta e pregiati liquori.
Peppino fu servo del suo ingegno e della sua virtuosa creatività, protagonista di una pagina significativa della storia dell'artigianato locale.

Giovanna Ruggieri
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