Politica
Unità centrosinistra: La Corrente Terlizzi chiede concretezza e trasparenza
Una lunga nota per rimarcare la necessità di accelerare i tempi in vista delle elezioni amministrative del 2022
Terlizzi - lunedì 20 dicembre 2021
C'è una lettera aperta, sotto forma di post social, che sta facendo parlare il mondo della politica terlizzese. È quella scritta da La Corrente, il movimento politico di sinistra, che invita alla concretezza, alla trasparenza ed all'azione le forze di quell'area.
Da mesi si susseguono appelli all'unità per sconfiggere dopo 10 anni la destra, eppure, rimarcano dal movimento, ci sono state ancora una volta fughe in avanti, comportamenti non sempre coerenti di chi si era detto (a parole) pronto ad un progetto politico credibile.
Ed è proprio quella la parola chiave che cercano gli uomini e le donne de La Corrente nei loro interlocutori: credibilità. Di idee, certo, ma anche nell'azione politica che deve diventare unitaria, senza personalismi.
Di seguito la nota completa su cui ciascun lettore potrà, come sempre accade da queste pagine, farsi una propria idea. (G.B.)
«La Corrente è sempre stato, sin dalla sua nascita, un movimento trasparente.
Prima di tutto al suo interno e di conseguenza all'esterno.
Abbiamo iniziato il nostro percorso, oramai sei anni fa, facendo un patto di chiarezza con la città.
Così abbiamo cominciato e così continueremo a fare.
Con la consapevolezza di essere indispensabili (ma non per questo sufficienti) per generare un vero cambiamento.
Con un'identità politica chiara ma sempre aperta a confrontarsi con le altre forze politiche che sappiano riconoscere che la nostra città è devastata da questi dieci anni di Amministrazione Gemmato.
Senza se e senza ma.
Non abbiamo mai pensato di bastare a noi stessi.
Per questo dal lontano marzo 2021 abbiamo rivolto un "pubblico appello" alle forze progressiste radicate ed operanti nella nostra città. Avevamo allora parlato non a caso di "capolinea".
Quell'appello fu accolto con favore ed apertamente da Città Civile e alimentò un dibattito, seppur rallentato dalla pandemia, che arricchisce, ancora oggi, il nostro dialogo con cittadini e cittadine liberi e pensanti che ne colsero il senso.
Quella lettera aperta, quel manifesto è e resterà per noi parola viva.
Lo abbiamo dimostrato fattivamente praticando la collaborazione, la pazienza e l'attesa che i tempi fossero maturi perché divenisse il fondamento di una proposta plurale, ampia e condivisa.
Con fatica ed estremo ritardo il tavolo è stato avviato soltanto alla fine del mese di Ottobre.
Siamo arrivati a quell'appuntamento forti di un lungo e importante dibattito interno in funzione preparatoria alla stagione elettorale che ci apprestavamo a vivere, convinti che cinque anni trascorsi all'opposizione fossero stati un tempo abbastanza congruo per farsi trovare adeguatamente pronti a una campagna elettorale che tale potesse definirsi, ben preparata, efficace ed utile a far cambiare finalmente passo al nostro Paese.
Abbiamo portato al tavolo convinzioni e idee che da subito sono state tacciate di impetuosità, non idonee ad avviare un dialogo, troppo nette.
Talmente chiare da indispettire e complicare i ragionamenti e addirittura causare una ulteriore pausa tutta interna al PD che francamente non ci aspettavamo.
Mettendoci del nostro, eravamo finalmente giunti alla sottoscrizione di un documento congiunto in cui ogni singola parola, punto, pausa era stata elaborata e condivisa con estrema cura e bilanciamento. Nello stesso documento si trovava la sintesi delle legittime
istanze di ciascuna delle forze in campo e si tracciava un cronoprogramma dei passi da compiere, a partire da una base di idee ampiamente condivise.
Lo ritenevamo e riteniamo un documento importante, una buona piattaforma di partenza da socializzare, concretizzare e valorizzare nel prosieguo.
Oggi constatiamo un nuovo pericoloso ulteriore stop.
A rendere ancora più fastidiosa questa fase c'è la considerazione che quella collegialità e condivisione delle scelte non venga praticata e si verifichino costantemente fughe in avanti e uscite pubbliche che da una parte violano i patti intercorsi e dall'altra appaiono ai nostri occhi come la chiara volontà di incidere sui processi forzando la mano nella realtà parallela dei social.
Evitiamo di sottolineare che tale dibattito interessi solo certa parte di ceto politico e dimentichi colpevolmente la stragrande maggioranza della collettività che a noi interessa più di ogni altra cosa.
Abbiamo fatto un patto di chiarezza con i cittadine e le cittadine di Terlizzi.
Anche oggi lo rispettiamo, condividendo queste considerazione.
Anche domani continueremo a farlo.
Siamo una forza politica credibile e lo abbiamo dimostrato in ogni singola azione di questi ultimi sei anni.
Come compagni di strada, da qui fino alla prossime elezioni amministrative, accoglieremo a braccia aperte tutti i soggetti politici capaci della stessa credibilità e che sappiano praticarla nei fatti».
Da mesi si susseguono appelli all'unità per sconfiggere dopo 10 anni la destra, eppure, rimarcano dal movimento, ci sono state ancora una volta fughe in avanti, comportamenti non sempre coerenti di chi si era detto (a parole) pronto ad un progetto politico credibile.
Ed è proprio quella la parola chiave che cercano gli uomini e le donne de La Corrente nei loro interlocutori: credibilità. Di idee, certo, ma anche nell'azione politica che deve diventare unitaria, senza personalismi.
Di seguito la nota completa su cui ciascun lettore potrà, come sempre accade da queste pagine, farsi una propria idea. (G.B.)
«La Corrente è sempre stato, sin dalla sua nascita, un movimento trasparente.
Prima di tutto al suo interno e di conseguenza all'esterno.
Abbiamo iniziato il nostro percorso, oramai sei anni fa, facendo un patto di chiarezza con la città.
Così abbiamo cominciato e così continueremo a fare.
Con la consapevolezza di essere indispensabili (ma non per questo sufficienti) per generare un vero cambiamento.
Con un'identità politica chiara ma sempre aperta a confrontarsi con le altre forze politiche che sappiano riconoscere che la nostra città è devastata da questi dieci anni di Amministrazione Gemmato.
Senza se e senza ma.
Non abbiamo mai pensato di bastare a noi stessi.
Per questo dal lontano marzo 2021 abbiamo rivolto un "pubblico appello" alle forze progressiste radicate ed operanti nella nostra città. Avevamo allora parlato non a caso di "capolinea".
Quell'appello fu accolto con favore ed apertamente da Città Civile e alimentò un dibattito, seppur rallentato dalla pandemia, che arricchisce, ancora oggi, il nostro dialogo con cittadini e cittadine liberi e pensanti che ne colsero il senso.
Quella lettera aperta, quel manifesto è e resterà per noi parola viva.
Lo abbiamo dimostrato fattivamente praticando la collaborazione, la pazienza e l'attesa che i tempi fossero maturi perché divenisse il fondamento di una proposta plurale, ampia e condivisa.
Con fatica ed estremo ritardo il tavolo è stato avviato soltanto alla fine del mese di Ottobre.
Siamo arrivati a quell'appuntamento forti di un lungo e importante dibattito interno in funzione preparatoria alla stagione elettorale che ci apprestavamo a vivere, convinti che cinque anni trascorsi all'opposizione fossero stati un tempo abbastanza congruo per farsi trovare adeguatamente pronti a una campagna elettorale che tale potesse definirsi, ben preparata, efficace ed utile a far cambiare finalmente passo al nostro Paese.
Abbiamo portato al tavolo convinzioni e idee che da subito sono state tacciate di impetuosità, non idonee ad avviare un dialogo, troppo nette.
Talmente chiare da indispettire e complicare i ragionamenti e addirittura causare una ulteriore pausa tutta interna al PD che francamente non ci aspettavamo.
Mettendoci del nostro, eravamo finalmente giunti alla sottoscrizione di un documento congiunto in cui ogni singola parola, punto, pausa era stata elaborata e condivisa con estrema cura e bilanciamento. Nello stesso documento si trovava la sintesi delle legittime
istanze di ciascuna delle forze in campo e si tracciava un cronoprogramma dei passi da compiere, a partire da una base di idee ampiamente condivise.
Lo ritenevamo e riteniamo un documento importante, una buona piattaforma di partenza da socializzare, concretizzare e valorizzare nel prosieguo.
Oggi constatiamo un nuovo pericoloso ulteriore stop.
A rendere ancora più fastidiosa questa fase c'è la considerazione che quella collegialità e condivisione delle scelte non venga praticata e si verifichino costantemente fughe in avanti e uscite pubbliche che da una parte violano i patti intercorsi e dall'altra appaiono ai nostri occhi come la chiara volontà di incidere sui processi forzando la mano nella realtà parallela dei social.
Evitiamo di sottolineare che tale dibattito interessi solo certa parte di ceto politico e dimentichi colpevolmente la stragrande maggioranza della collettività che a noi interessa più di ogni altra cosa.
Abbiamo fatto un patto di chiarezza con i cittadine e le cittadine di Terlizzi.
Anche oggi lo rispettiamo, condividendo queste considerazione.
Anche domani continueremo a farlo.
Siamo una forza politica credibile e lo abbiamo dimostrato in ogni singola azione di questi ultimi sei anni.
Come compagni di strada, da qui fino alla prossime elezioni amministrative, accoglieremo a braccia aperte tutti i soggetti politici capaci della stessa credibilità e che sappiano praticarla nei fatti».