Cronaca
Variante "Borgo di Sovereto", si può o no costruire a due passi dal borgo medievale?
L'impresa che ha fatto l'esposto ritiene di avere diritto a costruire a due passi da Sovereto
Terlizzi - giovedì 12 novembre 2015
6.50
Un'impresa di costruzioni che ritiene di avere il diritto di costruire su un terreno a due passi dal borgo di Sovereto contro la classe dirigente che per quell'area ha sancito la tutela prevista dalla legge per i centri storico. Questa in estrema sintesi è la storia che sta dietro il caso giudiziario scoppiato ieri mattina con gli avvisi di garanzia notificati ai consiglieri comunali di Terlizzi.
La variante "Borgo di Sovereto" al centro di questa vicenda fu adottata nel gennaio 2014 e qualificava come «centro storico» un'area nei pressi del noto borgo medievale. L'obiettivo del provvedimento era quello di impedire l'edificazione nei pressi di un sito di valenza storico-medievale, sicché la variante fu votata all'unanimità dei presenti dopo il parere tecnico favorevole dell'ufficio tecnico comunale. La cosa non piacque a un'impresa terlizzese che aveva già ottenuto in precedenza un permesso a demolire e ricostruire su quella stessa area e nel frattempo aveva chiesto un altro permesso a costruire proprio a due passi da Sovereto. Autorizzazione che dal Comune fu però bloccata in ossequio a quella variante appena votata. Ne seguì dunque un ricorso al Tar ma evidentemente la vicenda è approdata anche alla Procura di Trani. L'impresa sostiene che il Piano paesaggistico regionale (PPTR) esclude l'area in oggetto da ogni vincolo, quindi si può costruire.
L'avviso di garanzia di ieri mattina in realtà è solo un atto dovuto, una misura a tutela degli indagati che fa seguito alla denuncia da parte dell'impresa di costruzione. In altre parole, non significa che la scelta dei consiglieri di tutelare il borgo di Sovereto sia stata effettivamente illegittima. Su questo dovranno fare chiarezza gli inquirenti.
La variante "Borgo di Sovereto" al centro di questa vicenda fu adottata nel gennaio 2014 e qualificava come «centro storico» un'area nei pressi del noto borgo medievale. L'obiettivo del provvedimento era quello di impedire l'edificazione nei pressi di un sito di valenza storico-medievale, sicché la variante fu votata all'unanimità dei presenti dopo il parere tecnico favorevole dell'ufficio tecnico comunale. La cosa non piacque a un'impresa terlizzese che aveva già ottenuto in precedenza un permesso a demolire e ricostruire su quella stessa area e nel frattempo aveva chiesto un altro permesso a costruire proprio a due passi da Sovereto. Autorizzazione che dal Comune fu però bloccata in ossequio a quella variante appena votata. Ne seguì dunque un ricorso al Tar ma evidentemente la vicenda è approdata anche alla Procura di Trani. L'impresa sostiene che il Piano paesaggistico regionale (PPTR) esclude l'area in oggetto da ogni vincolo, quindi si può costruire.
L'avviso di garanzia di ieri mattina in realtà è solo un atto dovuto, una misura a tutela degli indagati che fa seguito alla denuncia da parte dell'impresa di costruzione. In altre parole, non significa che la scelta dei consiglieri di tutelare il borgo di Sovereto sia stata effettivamente illegittima. Su questo dovranno fare chiarezza gli inquirenti.