Vito D'amato sul Coronavirus: «Gemmato non sta adottando misure idonee. Noi abbiamo proposte concrete»

Non sono del tutto condivise da Città Civile le linee d'azione adottate dal sindaco Ninni Gemmato per fronteggiare la pandemia da Coronavirus. Secondo Vito D'amato, consigliere comunale del movimento civico, «occorrono soluzioni eccezionali» che non possono limitarsi ad attuare solamente le disposizioni ministeriali, ma devono anche «arricchirsi» di azioni ritagliate sulle esigenze dei singoli Comuni.

«Il sindaco dovrebbe assumersi la responsabilità di scelte ben più coraggiose, al fine di predisporre misure di sostanza e di forma più idonee di quelle viste sinora, come d'altronde stanno facendo tanti altri sindaci del nostro territorio». D'amato sottolinea, inoltre, l'amarezza di non aver ricevuto una risposta concreta alla volontà mostrata dall'opposizione di fornire un contributo in veste di amministratori della città, rispettando comunque le norme di sicurezza attraverso la richiesta, peraltro disattesa, di videoconferenze.

Viste le criticità degli ultimi giorni, TerlizziViva ha posto alcune domande al consigliere Vito D'amato per fare luce sulla posizione di Città Civile in merito alle strategie da adottare a livello comunale e alla questione dibattuta sull'ospedale "Michele Sarcone".

CONSIGLIERE D'AMATO, QUALI DOVREBBERO ESSERE SECONDO LEI, LE MISURE DA METTERE IN ATTO PER TUTELARE I CITTADINI?
«Dal mio punto di vista sarebbe utile e necessario procedere con:
• sospensione dell'utilizzo dei mastelli che sono veicolo di trasmissione per gli operatori e per i cittadini che riportano in casa lo stesso;
• sospensione del mercato settimanale;
• disinfestazione di strade, marciapiedi e luoghi di maggiore passaggio (come stanno facendo tanti altri Comuni);
• pianificazione della disinfestazione delle scuole e delle palestre nelle giornate antecedenti alla loro riapertura;
• istituzione del COC (Centro Operativo Comunale) che andava prevista sin da subito;
• verifica e sospensione di tutte le tasse comunali in carico ai cittadini e soprattutto agli esercenti;
• verifica di integrazione, anche temporanea e in deroga, delle risorse della Polizia Locale;
• eventuale chiusura di luoghi di aggregazione pubblica anche all'aperto (come il parco comunale) a fronte di una verifica puntuale dell'attuale utilizzo da parte dei concittadini;
• messa a disposizione di numero e servizio di assistenza sociale per le persone in difficoltà».

QUAL È, INVECE, LA SUA OPINIONE SULLE VICISSITUDINI DEL NOSOCOMIO TERLIZZESE, NELLA DIATRIBA TRA IL GOVERNATORE MICHELE EMILIANO E IL SINDACO NINNI GEMMATO?
«In questa situazione complicata e di forte emotività, ho trovato i modi e i tempi utilizzati dal Sindaco, su un tema tanto caro all'intera comunità terlizzese, quantomeno inopportuni. È noto come lui e il suo partito stiano "utilizzando" tale argomento come cavallo di battaglia della campagna elettorale.
In questo momento di forte preoccupazione, l'operazione della Regione Puglia, che molto probabilmente si sarebbe comunque adottata sulla base del piano di riordino ospedaliero, vede convogliare tutte le risorse e gli spazi verso l'emergenza da Coronavirus.
Certo, sono conscio che la chiusura del Pronto Soccorso rappresenti per noi tutti un elemento di angoscia, ma è anche vero che un Pronto Soccorso senza un'adeguata e completa struttura ospedaliera alle spalle (come nel caso attuale di Terlizzi) rischierebbe di rivelarsi poco utile a chi dovesse riscontrare problemi seri di salute.
Come Città Civile, siamo vicini agli operatori sanitari e della Protezione Civile che si stanno adoperando in uno scenario imprevedibile; a loro e a coloro che operano nel nostro ospedale, va tutto il nostro sostegno oltre che una profonda ammirazione.
Sebbene l'intervento di Emiliano sul Sarcone non mi sembri qualificabile quale potenziamento come, invece, è stato definito nel relativo comunicato stampa, trovo tuttavia grave che Gemmato abbia deciso di aizzare gli animi e scagliarli contro il Presidente della Regione, piuttosto che rasserenarli e rassicurarli.
Rinnovo l'invito a Gemmato a occuparsi dell'emergenza e non delle elezioni regionali».