Dirotta su Cuba
Dirotta su Cuba
Ma... l'erba

I Dirotta su Cuba sono tornati… anzi sono (ri)tornati insieme!

La storia di una band proiettata al futuro

I Dirotta su Cuba sono tornati… anzi sono (ri)tornati insieme! Con il loro omonimo album di debutto del 1995 (disco di platino) e tracce come "Gelosia", "Dove Sei", "Solo Baci" e "Liberi di Liberi Da" hanno ben rappresentato ed interpretato il funky e l'acid jazz italiano. Poi la partecipazione a Sanremo nel 1997 con "E' Andata Così" accompagnata da Toots Thielman, uno dei più apprezzati armonicisti di tutti i tempi; e il successo di "Notti d'Estate" e "Bang", fino allo scioglimento della band nel 2002.

Nel 2012, Simona Bencini, Stefano De Donato e Rossano Gentili annunciano la loro reunion, e
il 23 settembre 2016, dopo 14 anni di assenza discografica, pubblicano "Studio Sessions Vol. 1" che segna il grande ritorno della band simbolo del funky italiano con la rivisitazione in chiave jazz dei loro più grandi successi, insieme a Mario Biondi, Gegè Telesforo e Fabrizio Bosso. Quest'ultimo compagno di viaggio del loro attuale tour.

Io sono sempre stato un loro grande fan ed amico, e li ho incontrati il 5 gennaio scorso in occasione del loro concerto al Teatro Impero di Trani, in cui ho avuto occasione di conoscere personalmente la bravura di Fabrizio Bosso, e di constatare che il grande affetto e calore del pubblico non li hanno mai abbandonati.


DIROTTA SU CUBA:
  • Com'è stato rincontrarvi artisticamente. Anzi, vi siete mai realmente separati?
(Simona)In realtà c'è stato un momento in cui non eravamo amici. Un momento difficile in cui avevamo litigato.
(Stefano) Ci si allontana, ci si apprezza, e ci si riavvicina. E' un corso naturale…poi le band si sciolgono... l'ha detto anche Carboni!
  • Cosa avete imparato dalle vostre esperienze da solisti?
(Simona) Io ho iniziato a lavorare con i Dirotta, e quindi la mia formazione artistica è avvenuta con la condivisione all'interno di una band. Quando, invece, sei una solista è tutto sulle tue spalle. Pensavo di essere pronta. Ho fatto tanta fatica, ma forse pronta non lo ero. Ho imparato, però ad aprire dei cassetti che non avevo mai aperto prima. Il mio disco da solista ("Sorgente" del 2005) l'ho seguito da sola dalla A alla Z, pur non avendo la competenza del produttore. E' stato faticoso, ma mi ha arricchito psicologicamente, ed ho capito che quando si è in difficoltà ci si rimbocca le maniche, e si possono fare delle cose che non immaginavi e che poi ti sorprendono! Quel disco, infatti, mi rappresenta molto, perché ho tirato fuori delle sfumature personali, anche un po' malinconiche che con la band non era stato possibile esternare. Però nel cuore…anche da solista…io avevo i Dirotta!

(Stefano) Professionalmente abbiamo imparato molto perché abbiamo dovuto sopperire a delle mancanze. Umanamente la lezione è che le band esistono per delle chimiche precise. Per avere una buona alchimia dobbiamo stare tutti insieme.
  • Il funk è ritornato di gran moda, come tutti i suoni anni 90. Basti pensare a Justine Timberlake ed a Bruno Mars (24K Magic). La musica pop italiana sarà l'ultima ad accorgersene?
(Simona) Bruno Mars è quello che più nella musica internazionale ha citato i nostri riferimenti: EWF, James Brown… Noi stiamo cercando una strada più attuale pur mantenendo la nostra natura. Dobbiamo trovare una formula, quella magica, che sono convinta troveremo.

(Stefano) In questo momento, rispetto al passato, il modo di fare musica è molto cambiato: nella scrittura, negli arrangiamenti ed anche nel modo di far sentire le canzoni. Molto dipende dalle radio e dal modo di incasellare le cose: mentre tempo fa essere musicalmente diversi era un valore positivo, adesso se quello che fai non somiglia già a qualcos'altro che si è sentito in giro…beh è un valore negativo. Noi andiamo dritti per la nostra strada. Essendo, poi, una band "seminale" che cioè ha fatto qualcosa che nessun altro ha fatto prima (oggi quando arrangiano i pezzi si dice alla "Dirotta"), noi non possiamo che continuare ad avere la nostra personalità.
  • Com'è nata la collaborazione con Fabrizio Bosso?
(Simona) Nel periodo in cui ero distante dai Dirotta ho iniziato a cantare jazz ed a frequentare i musicisti dell'ambiente jazzistico. Ho avuto modo di suonare con Fabrizio qualche anno fa, e abbiamo mantenuto i contatti, anche grazie a molti amici in comune. Quando, poi, abbiamo realizzato l'album "Volume Session n.1", abbiamo pensato di arricchire questo tributo al nostro primo disco del 1995 con delle collaborazioni, sapendo anche che molti artisti erano stati anche i nostri fan dell'epoca. E' stata una bellissima festa che abbiamo condiviso con artisti nostri amici.

(Stefano) A distanza di tanti anni, abbiamo ritrovato artisti diventati anche oggi molto più famosi di noi, che ci dicevano: "io sono cresciuto con i dischi dei Dirotta". E allora noi siamo andati a chiedergli il conto. E' stato così per Fabrizio Bosso, così come con Mario Biondi, o con i Neri per Caso con cui abbiamo condiviso il successo nel nostro periodo d'oro.
  • A settembre 2016 avete pubblicato Volume Session n.1. Ci sarà almeno un secondo capitolo?
(Simona) Sicuramente! Specificare "Volume 1" è stata un po' scaramanzia, lo stimolo per un'altra produzione.
  • Cosa augurano i Dirotta su Cuba per il 2018?
(Stefano) E' una domanda molto impegnativa. Vedo così tanto malessere in giro, che sono arrivato al punto che non riesco a leggere neanche i giornali e a vedere la TV. Vedo così tanta negatività in tutto quello che si è creato, per cui già ritrovare il proprio centro di gravità sarebbe importante. Una piccola rivoluzione interna, dentro ognuno di noi, anche se spesso l'intero meccanismo non te lo permette! Un po' di "re-humanize-yourself", come diceva Sting, sarebbe già una cosa grandiosa!



FABRIZIO BOSSO
  • Sei giovane, un quarantenne con più di 20 album all'attivo! Una gran bella soddisfazione, ma soprattutto sintomo di una grande passione.
Più che giovane, sono diversamente giovane! Il jazz è un tipo di musica che permette di confrontarsi con musicisti di tutte le età, e che non ti fa mai sentire vecchio anche musicalmente. Mi sento l'età per gli anni che mi porto sulle spalle, anche perché questa è una attività faticosa. La tromba è uno strumento che richiede sempre una certa forma fisica. Anche viaggiare stanca, e ci sono dei momenti in cui anche il corpo chiede pietà. E' un bellissimo lavoro e mi ritengo un privilegiato, ma rimane comunque un lavoro.
  • Hai collaborato con artisti molto diversi tra loro, e sei orientato anche sul pop. Da Sergio Cammariere a Tiziano Ferro, Mario Biondi, Nina Zilli. Il pop oggi è più "difficile" del jazz?
Sicuramente il pop ha risentito di più la crisi rispetto al jazz che, invece, ha un suo zoccolo duro. Anzi, negli ultimi anni ha cominciato a tirarsi dietro molti giovani. Una grande mano l'hanno data i conservatori che hanno il merito di aver avvicinato il popolo della classica a questo genere musicale. Ha avvicinato i crooner, da Cammariere a Capossela, come tutti quelli che hanno deciso di mettere delle atmosfere jazz nei loro dischi, a volte portando con sé anche nei live dei musicisti jazz. L'ho vissuto proprio con Cammariere con cui, dopo la partecipazione a Sanremo (con Tutto quello che un Uomo ndr), sono tornato a fare concerti; ed i suoi fan sono poi diventati anche i miei fan più sfegatati. Emozionante è stato anche lavorare con Renato Zero, un pezzo di storia della canzone italiana.
  • Come è nata la collaborazione con i Dirotta su Cuba?
E' nata in studio, per un "solo" per il loro disco de 2016. Ho accettato molto volentieri perché sono sempre stato un loro fan. Adoravo i fiati utilizzati nelle loro canzoni. Un po' com'è successo con Fabio Concato: sono cresciuto con le sue canzoni, e poi mi ci sono ritrovato a suonarle e a decidere anche di come interpretarle musicalmente…è stata una bella emozione.
  • Nel 2017 hai pubblicato "State of The Art". Ci aspettiamo un nuovo lavoro anche nel 2018?
Discograficamente al momento non ho le idee molto chiare sul nuovo progetto. Potrebbe essere un disco in quartetto oppure in duo, oppure una big band, come questo progetto nuovo molto divertente messo in piedi con Paolo Silvestri, con cui abbiamo suonato anche all'Arena di Verona.
  • Un augurio per il 2018?
Penso alla mia famiglia, alla salute. Mi auguro questo…anche perché la musica c'è sempre!
  • dirotta su cuba
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Graffiante e arguto, il noto conduttore radiofonico sulle nostre pagine analizza attualità e costumi di oggi

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