Secondo il fisioterapista
L’artrosi cervicale
La scorretta postura tra le maggiori cause
sabato 29 novembre 2014
11.18
L'artrosi cervicale è una patologia degenerativa molto comune, che inizia generalmente intorno ai 50-60 anni, ma può verificarsi anche prima per diversi motivi. Essa è caratterizzata da deformazione delle vertebre e dalle annesse appendici ossee, determinando un restringimento del canale midollare, con conseguente compressione delle radici nervose che da qui si dipartono.
Per effetto del processo degenerativo possono quindi formarsi calcificazioni ossee simili a speroni, detti osteofiti ed ernie che vanno a peggiorarne il quadro clinico e sintomatologico. Questa patologia è da considerarsi come la conseguenza di un errato stile di vita: provocata fondamentalmente dall'usura e da una predisposizione familiare. Essa determina quindi collo rigido e dolente. Durante l'espletamento di alcuni movimenti, si possono avvertire degli schiocchi e/o sensazione di sabbiolina fra le vertebre, talvolta indolenzimento a spalle e braccia a cui possono associarsi sensazione di addormentamento di alcune dita delle mani (parestesia da compressione), mal di testa, nausea e vertigini soprattutto al mattino, ronzio alle orecchie o sensazione di scroscio d'acqua (acufeni).
Le cause più comuni variano dalle scorrette abitudini pasturali agli sforzi eccessivi con gli arti superiori, passando per traumi (colpo di frusta, magari in seguito a sinistri stradali), fino alle deviazioni della colonna vertebrale (scoliosi e cifosi). Essendo un processo lentamente ingravescente, purtroppo dall'artrosi cervicale non si può guarire, come tutte le patologie degenerative muscolo-scheletriche. Tuttavia si può rallentare il processo degenerativo e ridurre la sintomatologia dolorosa. Sarebbe opportuno adoperarsi per una diagnosi precoce, avvalendosi anche di strumenti diagnostici come la Rx e la RM/TAC. Un buon contrasto è rappresentato dalle modifiche apportate a cattive abitudini imparando a mantenere la posizione più consona e corretta possibile, quantomeno per ridurre le tensioni vertebrali.
Nella fase acuta non è il caso di sottoporsi a stress fisico nè tanto meno a qualsiasi applicazione e/o trattamento fisioterapico strumentale e manuale. Riposo con terapia farmacologica (analgesici, antidolorifici e decontratturanti a discrezione e parere del medico). Successivamente, dopo la regressione della fase acuta (7-10 giorni circa) , quando il dolore ed i sintomi correlati si saranno attenuati, la cura dovrà proseguire come completamento al trattamento farmacologico, sottoponendosi a cicli periodici (1-2 volte l'anno) di fisioterapia che comporta l'utilizzo di strumenti tecnologici specifici e tecniche manuali (massoterapia e ginnastica funzionale con le diverse tecniche e modalità). Spesso ma non in tutti i casi può rendersi utile l'osteopatia che, attraverso particolari tecniche manipolative, consente il riallineamento e lo sblocco delle faccette articolari delle vertebre cervicali.
Per effetto del processo degenerativo possono quindi formarsi calcificazioni ossee simili a speroni, detti osteofiti ed ernie che vanno a peggiorarne il quadro clinico e sintomatologico. Questa patologia è da considerarsi come la conseguenza di un errato stile di vita: provocata fondamentalmente dall'usura e da una predisposizione familiare. Essa determina quindi collo rigido e dolente. Durante l'espletamento di alcuni movimenti, si possono avvertire degli schiocchi e/o sensazione di sabbiolina fra le vertebre, talvolta indolenzimento a spalle e braccia a cui possono associarsi sensazione di addormentamento di alcune dita delle mani (parestesia da compressione), mal di testa, nausea e vertigini soprattutto al mattino, ronzio alle orecchie o sensazione di scroscio d'acqua (acufeni).
Le cause più comuni variano dalle scorrette abitudini pasturali agli sforzi eccessivi con gli arti superiori, passando per traumi (colpo di frusta, magari in seguito a sinistri stradali), fino alle deviazioni della colonna vertebrale (scoliosi e cifosi). Essendo un processo lentamente ingravescente, purtroppo dall'artrosi cervicale non si può guarire, come tutte le patologie degenerative muscolo-scheletriche. Tuttavia si può rallentare il processo degenerativo e ridurre la sintomatologia dolorosa. Sarebbe opportuno adoperarsi per una diagnosi precoce, avvalendosi anche di strumenti diagnostici come la Rx e la RM/TAC. Un buon contrasto è rappresentato dalle modifiche apportate a cattive abitudini imparando a mantenere la posizione più consona e corretta possibile, quantomeno per ridurre le tensioni vertebrali.
Nella fase acuta non è il caso di sottoporsi a stress fisico nè tanto meno a qualsiasi applicazione e/o trattamento fisioterapico strumentale e manuale. Riposo con terapia farmacologica (analgesici, antidolorifici e decontratturanti a discrezione e parere del medico). Successivamente, dopo la regressione della fase acuta (7-10 giorni circa) , quando il dolore ed i sintomi correlati si saranno attenuati, la cura dovrà proseguire come completamento al trattamento farmacologico, sottoponendosi a cicli periodici (1-2 volte l'anno) di fisioterapia che comporta l'utilizzo di strumenti tecnologici specifici e tecniche manuali (massoterapia e ginnastica funzionale con le diverse tecniche e modalità). Spesso ma non in tutti i casi può rendersi utile l'osteopatia che, attraverso particolari tecniche manipolative, consente il riallineamento e lo sblocco delle faccette articolari delle vertebre cervicali.